Ostra Vetere: Una interessante ricerca universitaria sulle Fave dei Morti che parla anche di Montenovo |
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Mercoledì 16 Ottobre 2013 16:13 |
Già lo scorso 26 luglio avevano introdotto l’argomento con l’articolo “Ricerca universitaria napoletana sulla nostra “fava dei morti” (http://www.ccpo.it/centro-cultura-popolare/pubblicazioni/17194-ostra-vetere-ricerca-universitaria-napoletana-sulla-nostra-fava-dei-morti) e poi il successivo 8 ottobre avevamo replicato con il successivo articolo “Una ricerca universitaria sulla Fava dei Morti” (http://www.ccpo.it/centro-cultura-popolare/comunicati/18305-ostra-vetere-una-ricerca-universitaria-sulla-fava-dei-morti). Ora siamo in grado di completare la trilogia, grazie all’interessante volume che ci ha inviato la dottoressa Alessandra Pelagalli, ricercatrice presso l’Università degli Studi di Napoli "Federico II", da sempre grande appassionata di cucina e di tutto ciò che vi ruota intorno. Coltiva da tempo, con lo spirito di curiosità e di ricerca, l’interesse per le tradizioni legate ad aneddoti e storie passate fatte di persone semplici, di genuinità e di tanto amore. Nel suo volume “Le
Fave dei Morti tra storia e antichi riti. Una tradizione del passato ad Aquino il 2 novembre”, l'autrice traccia, a partire dal mondo classico, un percorso storico dell'uso delle fave associato ai morti, descrivendone gli aspetti più caratteristici. Il discorso intreccia storie, tradizioni e riti tra sacro e profano, aventi ad oggetto le fave come cibo rituale importante per ristabilire un legame con i defunti. Nel Medioevo, l'impiego del legume diviene un punto di riferimento nell'alimentazione, particolarmente presso le comunità monastiche. Fu così che, nel 998, per la commemorazione dei defunti, festa istituita da Odilone di Cluny, monaco cluniacense, il 2 novembre, le fave vennero introdotte nelle mense come cibo di precetto per i monaci, durante le orazioni. Il viaggio della memoria giunge infine ad epoche più recenti facendo rivivere il ricordo di una tradizione familiare "le fave dei morti" ad Aquino (FR). U racconto di questa manifestazione, legata alla preparazione e alla distribuzione di una minestra di lave, il 2 novembre, permette di descrivere un momento dì festa, intriso di tanta spiritualità e di devozione come una vera comunione di storie e di vite. La storia narrata, si intreccia perfettamente con tante altre tradizioni alcune passate, altre ancora oggi esistenti, diffuse in piccole cittadine e borghi dell'Italia. Il fare emergere questo spirito antico fatto di memorie, di valori, di comunanza di sentimenti, testimonia un passato tanto radicato, legato a tradizioni, a storie e a vecchi riti che hanno rappresentato un momento particolare di vita e, permettono anche il ricordo di chi non c'è più tra di noi. Ripromettendoci di tornare sull’argomento, vogliamo cogliere l’occasione per ringraziare la dottoressa Pelagalli per le tante notizie su Montenovo e il rito della “Fava dei Morti” che ha voluto inserire nel suo interessantissimo volume.
Chiara Fiorani |