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In quel tragico novembre di 1600 anni fa Ostra antica venne conquistata e distrutta PDF Stampa E-mail
Martedì 17 Novembre 2009 21:16
Il libro sulle invasioni barbariche. Alarico nell'inerte imperoCon il novembre di 1600 anni fa su Ostra antica piombò la rabbia dei barbari Visigoti di Alarico e la bella città romana, che da mezzo millennio prosperava nel fondovalle del Misa, provò l'orrore del ferro e del fuoco. Avevamo già in precedenti articoli illustrato il dramma in cui si dibatterono le contrade d'Italia in quel fosco biennio 408-410 d.C., durante l'invasione barbarica, lasciando interrotto il discorso all'epoca delle trattative intercorse tra l'imperatore Onorio, asserragliato a Ravenna, e le orde barbariche che si erano stanziate a Rimini. Lì, nell'autunno, si svolsero le trattative, lunghe e complesse, fatte di colpi di scena e tradimenti, di accordi raggiunti e poi infranti, in un tira e molla esasperante e inconcludente. Finchè il capo barbaro ebbe la prova che l'imperatore faceva il doppio gioco, sperando che i barbari, spinti dalla fame prevedibile durante l'inverno, abbandonassero l'Italia per tornare in Dalmazia. Alarico aveva avanzato esorbitanti richieste e il Prefetto Giovio, inviato dall'imperatore, per dimostrargli la sua buona fede, mostrò al capo barbaro le lettere dell'imperatore che annunciavano il doppio gioco. Alarico, umiliato e furente per il rifiuto di Ravenna a trattare la pace, ruppe le trattative e mosse l'esercito abbandonando Rimini e dirigendosi verso Fano per andare ad assediare per la seconda volta Roma nel novembre del 409,. Fece proclamare dall'impaurito Senato un antimperatore, Attalo, e impose alle città di riconoscerlo come nuovo imperatore, attaccando e distruggendo le città dell'Emilia e del Piceno che si rifiutavano di riconoscere Attalo imperatore. Senigallia, Iesi, Suasa, caddero e così perì anche Ostra, che venne incendiata e distrutta 1600 anni fa, massacrata la popolazione, i cui scheletri ammonticchiati lungo le strade continuarono a essere ritrovati per secoli, secondo quanto ci racconta lo storico montenovese don Pietro Paolo Brunacci nella sua "Historia d'Ostra e Montenovo". Non poteva esserci novembre più tragico di quello e noi ancora lo ricordiamo ai nostri concittadini come pagina tragica della storia delle nostre contrade. Da quella e da successive distruzione, fino alla metà del 500 d.C. con la guerra gotica che spopolò l'intera regione, Ostra antica non si risollevò più. E a noi rimane oggi la memoria nelle rovine delle Muracce, che gli scavi di questi ultimi anni stanno riportando finalmente alla luce.

Francesco Fiorani

 

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