Ostra Vetere: Il “Kit Prodigi” del fotografo d’arte Eros De Finis |
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Mercoledì 12 Febbraio 2014 16:10 |
Reduce da importanti mostre fotografiche d’arte in Italia e all’estero, il compaesano Eros De Finis ci invia uno dei suoi scatti emblematici. Non lo accompagna di commento critico: lascia a noi il compito di individuarne i significati. Che sono certamente reconditi, ma non inintelligibili. La nuda parete intonacata della vecchia casa colonica nell’entroterra marchigiano vuole di certo dirci qualcosa. Se non fosse per lo scatto d’arte del fotografo abituato a leggere i messaggi subliminali insiti nel panorama e nelle cose semplici, forse ben pochi avrebbero prestato attenzione all’immagine e ai suoi significati. Eppure non a caso la ruvida asperità della parete lascia spazio a due pertugi. Entrambi emblematici nella loro disarmante semplicità. Come non leggere, allora, il senso più vero di un tempo che fu, plasticamente rappresentato dalla statuina di San Francesco che predica agli uccelli, chiusa nella nicchia. Parabola metaforica di devota, remota e serafica immagine del santo protettore guardiano della casa colonica, dalla quale
occhieggia anche un’altra minuscola apertura di una incredibile finestra miniaturizzata, che lascia tanto poco spazio alla appena penetrante luce esterna, ma che illumina per chiaroveggente significato della scritta: “Kit prodigi”, titolo anche della foto d’arte. E’ forse casuale l’accostamento tra la religiosità del tempo andato e la scritta di residua civiltà industriale al tramonto? Anche se fosse dovuto solo al caso, è tuttavia caso emblematico. E’ emblema della aspra realtà odierna, zeppa di problemi, cui solo il prodigio santorale può porre rimedio: ed è un invito a guardare indietro per poter andare avanti.
Chiara Fiorani |