Ostra Vetere: Lettera aperta agli amministratori comunali sul Cannone di fico |
|
|
|
Mercoledì 23 Giugno 2010 23:09 |
Lettera aperta del presidente del Centro di Cultura Popolare agli amministratori comunali per valorizzare il Cannone di fico: "Al Sindaco, Agli Assessori, Ai Viceassessori, Ai Consiglieri di maggioranza e di minoranza del Comune di Ostra Vetere. Oggetto: Il “Cannone di fico”. Partecipando qualche sera fa ad una riunione indetta nella Sala Consiliare in Municipio, ho casualmente notato, seminascosto dietro una delle tende drappeggianti le finestre, un cimelio di singolare interesse per tutta la comunità locale: il famoso “Cannone di fico”, così identificato dalla felice intuizione del compianto Fabrizio Lipani, ex presidente di questo Centro di Cultura Popolare, storiografo, attento osservatore e antiquario. Si tratta di un cimelio sul quale la salacia dell’immaginario popolare montenovese da secoli bonariamente dileggiava il vicino Comune di Corinaldo, dopo l’esito inglorioso della Quattrocentesca “guerra del Gabbianello perduto” che tutti ben conoscono
qui a Ostra Vetere, perché tramandata oralmente da generazioni in generazioni. La carica satirica della storiella, un tempo motivo di sdegnata reazione dei nostri convicini corinaldesi, ha superato la fase plurisecolare dell’offensivo dileggio ed è ormai pacificamente accolta anche dagli interessati, che annualmente festeggiano altro “Cannone di fico” in apertura della Sagra corinaldese del “Pozzo della Polenta”. Tutti ritenevano che la storiella popolare fosse una lepida invenzione di qualche locale buontempone, seppure priva di concreta aderenza a fatti veri, fin quando, nel dicembre dell’ormai lontano 1993, il compianto Fabrizio Lipani ebbe una casuale e fortuita intuizione, anche a seguito del ritrovamento di preziosa documentazione storica, che volle approfondire con ricerche mirate e consulti professionali. Giunse così a formulare quella che si dimostrò essere ben più che una intuizione: il pesante ferrovecchio degradato da tempo immemorabile a umile fermaporta del vecchio ufficio d’anagrafe in Municipio era proprio un frammento di una spingarda del secolo XV, forse XIV, di cui ebbe il piacere di divulgare, in bacheca e sulla stampa, una bella fotografia per annunciare il ritrovamento del famoso “Cannone di fico”. Anche il direttore del Museo Nazionale dell’Artiglieria di Torino, pochi giorni dopo interpellato in proposito, previo invio delle foto e documentazione, confermava la sua attribuzione. Numerosi articoli sulla stampa locale (Corriere Adriatico e Voce Misena), diedero poi ampio risalto alla curiosa notizia, anche sulla scorta di comunicazioni a mia firma. Dal 1990 non ho più avuto molte occasioni di frequentare il Municipio e tantomeno di verificare le modalità di conservazione e valorizzazione dell’importante cimelio nostrano, evidentemente fin troppo sottoapprezzato dalla Amministrazione dell’epoca e successive. Eppure il “Cannone di fico” ha una grande rilevanza nella tradizione popolare e per questo mi permetto di segnalare l’opportunità di restituire dignità al cimelio, facendolo collocare in una teca protetta sottovetro, contro ogni possibile danneggiamento e dispersione. Grato per quanto l’attuale Amministrazione vorrà fare in proposito, colgo l’occasione per porgere i miei migliori saluti. Il Presidente Alberto Fiorani". |