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Ostra Vetere: “Non passa lo straniero” PDF Stampa E-mail
Domenica 24 Maggio 2015 11:28

Ostra Vetere Non passa lo straniero”Cento anni fa, il 24 maggio 1915, l’Italia entrò in guerra per difendere i confini della patria e combattere l’occupazione straniera che aveva soggiogato ampia parte del suolo nazionale. Lo fece al grido di “Non passa lo straniero”, nella notte tra il 23 e 24 maggio 1915, quando L'Italia dichiarò guerra all'Impero asburgico e sferrò il primo attacco contro l'Imperial regio Esercito, marciando dal presidio italiano di Forte Verena dell'Altopiano di Asiago, verso le frontiere orientali. L’epopea storica è cantata da “La canzone del Piave” la cui strofa termina con l'ammonizione “Non passa lo straniero”, riferita agli austro-ungarici. «Il Piave mormorava calmo e placido al passaggio / dei primi fanti il ventiquattro maggio; / l’esercito marciava per raggiunger la frontiera / per far contro il nemico una barriera! / Muti passaron quella notte i fanti, / tacere bisognava e andare avanti. / S’udiva intanto dalle amate sponde / sommesso e lieve il tripudiar de l’onde. / Era un presagio dolce e lusinghiero. / Il Piave mormorò: “Non passa lo straniero!”». E non passò, nonostante i dolorosissimi esiti della Prima Guerra Mondiale, la disfatta di Caporetto. Gran parte del conflitto fu combattuto dalle truppe italiane sulla linea dell’Isonzo in una guerra di logoramento in trincea, fin quando gli italiani, al terzo anno di guerra, con la battaglia di Vittorio Veneto sfondarono la linea difensiva austro-ungarica e provocarono il collasso dell'esercito imperial-regio, che si ritirò in disordine verso le Alpi, mentre gli italiani avanzavano rapidamente in Veneto, Friuli e Cadore fino alla vittoria del 4 novembre 1918. Era vittoria, ma dopo una orrenda carneficina. Enorme fu il tributo di sangue italiano versato: 615.000 morti, 600.000 prigionieri e dispersi, 947.000 feriti. Ricordiamoli e onoriamoli, perché hanno fatto grande l’Italia e il nostro paese, che li ricorda ancora, nominandoli uno per uno con i loro nomi, nel Monumento ai Caduti sulla piazza del Municipio.

 

Francesco Fiorani

 

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