Ostra Vetere: L’acqua d'odore e la guazza di San Giovanni |
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Martedì 23 Giugno 2015 17:34 |
La vigilia di San Giovanni, nella tradizione culturale popolare, è ricca di credenze e superstizioni, tutte elencate nel volume 19 della collana di testi del Centro di Cultura Popolare. Il culto ufficiale al santo patrono, convinto e radicato per secoli nella tradizione religiosa della popolazione, ha infatti trovato un contrappunto nella nascita, sviluppo e persistenza di numerose credenze e superstizioni popolari, legate sia alla celebrazione della vigilia, che della festa, che soprattutto della notte fra il 23 e
il 24 giugno. Il giorno della vigilia era dedicato per tradizione alla raccolta di varie specie di erbe odorose o simboliche, fra cui la mortella, lo spighetto, l'erba dell'invidia, il timo, la spiga di grano, la cedrina, il rosmarino, lo spicchio d'aglio, le foglie di noce, d'alloro e di quercia, qualche rosa. Messe in infusione per tutta la notte, se ne ricavava una lavanda, o "acqua d'odore", da usare al mattino della festa soprattutto per lavarvi i bambini. Si riteneva infatti che questa lavanda fosse capace di preservarli dall'invidia, dalle "fatture" e dal "malocchio". La gente dei campi credeva poi che proprio nella notte della vigilia si mutasse in mosto l'umore della vite, e ciò in virtù della potenza della rugiada notturna, o "guazza di San Giovanni": guazza che, raccolta al mattino presto, serviva come farmaco potente per guarire ogni specie di malattie cutanee e, soprattutto, a prevenirle.
Daniela Crocetti |