Lo scoppio di reazioni di segno negativo, che rischia di travolgere ogni credibilità scientifica ad un settore importantissimo della cultura (ma anche, di riflesso, all’economia di indotto) italiana dopo la incondivisibile decisione ministeriale che ha affidato la direzione delle più grandi istituzioni culturali, artistiche, storiche e archeologiche d’Italia a numerosi personaggi stranieri, non può lasciare indifferente il Centro di Cultura Popolare. Non se ne comprende la razio ultima, né in termini di autorevolezza, né in termini di opportunità, mentre è ben evidente una disastrosa conseguenza che ne ricade sul giudizio complessivo degli apparati di Stato in materia di Beni Culturali. Più di un terzo dei direttori nominati è infatti straniero e dovrebbe occuparsi di promuovere e valorizzare il più grande capitale culturale del mondo che è nato e conservato in Italia. Una scelta aberrante. Significa che in Italia non ci sono esperti sufficientemente autorevoli per assolvere a un compito che è precipuamente italiano: la difesa della nostra identità culturale. Identità culturale oggi vilipesa da una decisione autolesionistica che non ha uguali nel mondo.

da Centro Cultura Popolare