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Home Centro Cultura Popolare Comunicati Jesi: Quando Montenovo disse NO allo scomunicato imperatore ghibellino Federico II
Jesi: Quando Montenovo disse NO allo scomunicato imperatore ghibellino Federico II PDF Stampa E-mail
Lunedì 18 Aprile 2016 18:26

Jesi Quando Montenovo disse NO allo scomunicato imperatore ghibellino Federico IILa notizia, diffusa dalla stampa regionale, della benemerita sinergia imprenditorial-culturale che generosamente finanzia una importante realizzazione museale a Jesi, dedicata all’imperatore Federico II, trova il Centro di Cultura Popolare di Ostra Vetere positivamente plaudente. Le convincenti motivazioni sono state abbondantemente spiegate e non hanno bisogno di ulteriori specificazioni. Grazie, quindi, alla Fondazione Federico II Stupor Mundi, presieduta dall’imprenditore jesino ingegnere Gennaro Pieralisi, e alla Fondazione Marche, presieduta dall’imprenditore fabrianese onorevole Francesco Merloni, che hanno firmato la convenzione per il finanziamento del Museo multimediale dedicato all'imperatore svevo Federico II, che si inaugurerà nel dicembre 2016 a Palazzo Ghislieri a Jesi, a pochi metri dal luogo in cui Federico nacque sotto una tenda, il 16 dicembre 1194. Ma oltre al plauso per la più che meritoria iniziativa culturale, al Centro di Cultura Popolare di Ostra Vetere preme segnalare Jesi Quando Montenovo disse NO allo scomunicato imperatore ghibellino Federico IIl’auspicio che vicende tanto lontane dalla quotidianità contemporanea, come quelle occorse ottocento e passa anni fa, non assumano solo una valenza apologetica, ma esprimano compiutamente il quadro di riferimento epocale in cui esse si svolsero, nel bene e nel male. Certamente Federico II fu un grande personaggio della storia. Ma fu anche l’interprete di una concezione politica e sociale che suscitò contrasti e lotte durissime, che produssero perfino la sua scomunica papale per i suoi ritardi ad assolvere alla funzione di difesa dell’Occidente cristiano dalle minacce mussulmane. Certo il Centro di Cultura Popolare non intende rievocare simili contrapposizioni ideali e ideologiche, in un momento storico in cui i due mondi contrapposti di allora sembrano tornare a fronteggiarsi paurosamente. Ma non può dimenticare che in quel coacervo di lotte e contrasti d’altri tempi si inserì anche una gloriosa pagina di storia paesana che non può essere dimenticata. Ce la raccontano tre dei Jesi Quando Montenovo disse NO allo scomunicato imperatore ghibellino Federico IItanti libri editi nella collana di testi del Centro di Cultura Popolare di Ostra Vetere: 7 - Alberto Fiorani, p. Rolando Maffoli o.f.m., Il processo del 1252 per l'incastellamento di alcune famiglie barbaresi a Montenovo, Ostra Vetere (AN) Centro Cultura Popolare, 1981, pp. 64; 54 - Alberto Fiorani, Fabrizio Lipani, I Palazzi Comunali di Montenovo, Ostra Vetere (AN) Centro Cultura Popolare, 1999, pp. 116; 72 - Renzo Fiorani, Il grande esodo: Barbara fra guelfi e ghibellini, Ostra Vetere (AN) Centro Cultura Popolare, 2003, pp. 144. Nel 1240 le armate imperiali teutoniche e saracene di Federico II invadevano il nostro territorio con intenzioni bellicose per soffocare lo spirito autonomistico delle libertà municipali da poco conquistate a Montenovo, l’odierna Ostra Vetere. Contro la violenza degli invasori imperiali e ghibellini, i liberi montenovesi difesero le libertà municipali e seppero opporsi decisamente alle imposizioni dell’uomo più potente del mondo di allora, quel Federico II che avrà certamente stupito il mondo intero, ma non mise affatto paura ai nostri antenati. Che infatti gli resistettero, offrendo protezioni militare e libertà ai servi feudali delle comunità circonvicine, profughe e in fuga. Gli atti di castellanìa, giurati dai nuovi immigrati giunti allora a Montenovo e qui insediati da uomini liberi, sono stati raccolti in una lunghissima pergamena redatta nell’arco di dodici anni, fino al 1252, e che ancora si conserva nell’Archivio Comunale di Montenovo-Ostra Vetere: glorioso e più importante cimelio di storia patria. Una storia muta, sì, ma più che eloquente prova dell’indomito spirito di libertà che animò i nostri compaesani quasi ottocento anni fa, che seppero dire NO all’imperatore Federico II e che ancora anima e difende la libertà municipale dopo cosittanti secoli. Benvenga, quindi, il Museo dedicato allo “Stupor Mondi” dalle due meritorie Fondazioni, purchè ricordi che a stupire il mondo fu allora anche l’indomito spirito di libertà di Montenovo, quando disse NO allo scomunicato imperatore ghibellino Federico II.

da Centro di Cultura Popolare

 

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