All'inizio del 409 d.C. anche il cognato del barbaro Alarico, Ataulfo, invase l'Italia |
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Giovedì 27 Agosto 2009 20:02 |
Proseguendo il racconto della invasione barbarica dei visigoti di Alarico che abbiamo introdotto nei precedenti articoli, narriamo ora la seconda fase dell'invasione. Nell'autunno del 408 i visigoti erano giunti presso Roma dopo aver attraversato il Piceno e si dispongono al primo assedio della capitale dell'impero romano. Nell'inverno del 408 la città eterna assediata è straziata dalla carestia, dalla pestilenza e addirittura dal cannibalismo. Così, un giorno d'inverno 408, i Senatori autorizzano aruspici etruschi a invocare senza esito l'aiuto delle
divinità pagane, mentre viene iviata una umiliante ambasceria del Senato ad Alarico, che si dimostra inflessibile nella richiesta di un riscatto. Tra la fine del 408 e l'inizio del 409 i visigoti sospendono l'assedio dietro il pagamento di un forte riscatto, autorizzato dall'imperatore nel gennaio 409, ma fu possibile raccogliere l'ingente somma solo fondendo le statue degli dei pagani. Così, dopo il pagamento del riscatto, Alarico si allontana da Roma verso l'Etruria. Ma nel gennaio 409 l'imperatore romano Onorio, rifugiatosi a Ravenna con la corte, spinto dal partito antigermanico di Olimpio, decide la resistenza a oltranza e richiama cinque reggimenti dalla Dalmazia, che raggiungono Ravenna e vengono inviate lungo la Flaminia verso Roma. Ma Alarico annienta lungo la strada i cinque reggimenti spediti dalla Dalmazia alla volta di Roma. Nel frattempo, nei primi mesi del 409, il cognato di Alarico, Ataulfo o Adolfo, proveniente dalla Pannonia con un forte contingente di goti e unni, attraversò le Alpi Giulie e scese in Italia superando il Po tra Cremona e Piacenza e valicando l'Appennino a sud di Parma. Imboccata la via Aemilia Scauri per il tratto Luni-Pisa, allo scopo di ricongiungersi con Alarico in Etruria, venne però sconfitto a Pisa, dove aveva posto il campo. Tuttavia potè ricongiungersi con Alarico attraverso la via Aurelia, nell'Etruria meridionale. A Roma, intanto, il prefetto Pompeiano, nel marzo 409, era stato sostituito da Attalo, mentre nell'aprile 409 viene nominato nuovo prefetto del pretorio d'Italia Giovio, che era un moderato già amico di Alarico. Intanto, verso la metà del 409 a Ravenna Olimpio perse il potere e fuggì, essendo ormai Alarico in marcia lungo la Flaminia. Alarico e Ataulfo, infatti, marciavano alla testa del loro poderoso esercito per risalire dall'Etruria lungo la Flaminia per giungere a Rimini sulla via Popilia a trenta miglia da Ravenna. E' la seconda volta in poco più di sei mesi che le orde visigote si addentrano nel Piceno.
Francesco Fiorani |