La nobile e facoltosa famiglia Gherardi di Montalboddo – Ostra ha dato tanti uomini illustri alla Città ed è particolarmente legata al Santuario della Madonna della Rosa di Ostra. Infatti diversi componenti della famiglia hanno amministrato il Santuario per oltre 70 anni; la serie si apre con l’abate Don Ludovico Gherardi, dal 1686 al 1709, segue con l’abate Gianfrancesco (Giovanni Francesco) Gherardi, dal 1727 al 1768; infine con Don Luigi Gherardi, dal 1768 al 1779. Alla fine del Settecento, la famiglia, probabilmente per incorporazione delle antiche famiglie Martinelli e Benigni, estintesi nei Gherardi, si divise in due filoni quella dei Gherardi-Martinelli e l’altra dei Gherardi-Benigni. Ai Gherardi-Martinelli andarono i palazzi di corso Mazzini (1666) e via A. Gramsci (oggi casa Amori), ai Gherardi-Benigni quello di Piazza dei Martiri e la villa del Ghiretto in campagna. Non avendo ancora trovato riscontro nei vari archivi è possibile avanzare solo alcune ipotesi sui doppi cognomi. I Martinelli vengono annotati tra le nobili famiglie Bodiesi solamente nelle Antichità Picene del Colucci, mentre i Benigni ci portano al governatore della Città Telesforo Benigni, personaggio filo papalino che, nel 1790, fece elevare Montalboddo a Città. Lo stesso ricompose il monumento di Ostra Antica presso largo del Murello. Un matrimonio di una sua figlia con i Gherardi sembrerebbe del tutto automatico e scontato, ma solo ulteriori ricerche d’archivio potranno chiarire definitivamente tale supposizione.
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Aurora rapisce Cefo. Dipinto di Luigi Conti, 1809.
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Storie di Amore e Psiche. Dipinti di Luigi Conti, 1809.
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La prudenza che frena la Lussuria. Dipinti di Luigi Conti, 1809.
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Armida s'innamora di Rinaldo addormentato. Dipinto di Luigi Conti, 1809.
Stemma conservato all’interno del Palazzo Gherardi. In una composizione araldica con più famiglie, con colori alterati da improvvisati restauri. Nella partizione sinistra (due bande rosse in campo argento), nella destra in alto di Camilla Marini moglie di Filippo Gherardi senior e a destra quello dei Gherardi; al centro quello di
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Soffitti ottocenteschi a grottesche.
da Giancarlo Barchiesi
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