Ostra Vetere: Anniversario dei Galli di Brenno che sconfiggono i romani all'Allia il 18 luglio 390 a.C. |
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Domenica 18 Luglio 2021 19:00 |
Brenno unificò le tribù dei Galli Sénoni conquistando tutte le terre tra Romagna e Piceno. Quindi, durante una incursione contro gli Etruschi, assediò Chiusi che invocò l'aiuto di Roma. Il Senato romano inviò tre emissari appartenenti alla Gens Fabia, per mediare tra Galli e assediati (WWW Brenno = http://it.wikipedia.org/wiki/Brenno). Diodoro (XIV, 113-117) dice che i Romani erano andati a Chiusi per vedere cosa stava succedendo e vi avevano trovato 30.000 Galli che combattevano contro la città (KRUTA-MANFREDI, p. 87). L'ambasceria romana tuttavia non rimase neutrale e i Romani dichiararono guerra ai Sénoni (WWW Brenno = http://it.wikipedia.org/wiki/Brenno). Si venne a battaglia ma gli stessi legati romani, violando il diritto delle genti (noi diremmo il «diritto internazionale»), si gettarono nella mischia combattendo dalla parte degli Etruschi e uno di loro, Quinto Fabio, uccise di sua mano addirittura il duce nemico. Fu però riconosciuto e i Galli abbandonarono la battaglia contro gli Etruschi per rivolgersi contro Roma
(KRUTA-MANFREDI, pp. 83-84). Brenno sdegnato, tolto l'assedio alla città, marciò alla testa dei suoi Galli verso Roma. Il Senato, appena avuta notizia dell’accaduto, ricorse alla leva generale (tumultus) per formare un esercito che fermasse l'avanzata dei Galli (WWW Brenno = http://it.wikipedia.org/wiki/Brenno). La battaglia, secondo la testimonianza di Diodoro avvenne l'anno successivo tra 70.000 Galli e 24.000 Romani (KRUTA-MANFREDI, p. 87). Approntato uno sbarramento sulla riva del Tevere in corrispondenza dell’affluente Allia, il 18 luglio 390 avanti Cristo l'esercito romano fu sconfitto nella piana della Marcigliana. La sconfitta fu così grave che la data del 18 luglio (il Dies Alliensis) fu da allora considerata come giorno nefasto (Nefas) nel calendario romano. Collegati a questa ricorrenza vennero poi istituiti i cosiddetti Lucaria (19 e il 21 luglio) che celebravano le divinità dei boschi che avevano offerto rifugio agli scampati della battaglia. Presi dal panico i soldati romani si rifugiarono a Caere e Veio; chi restò a Roma organizzò le difese sul Caampidoglio. Quando i Galli occuparono la città trovarono solo i Senatori nella Curia. Uccisi i senatori, iniziarono a saccheggiare la città del tutto indifesa. Durante il sacco si inserisce la leggenda delle oche del Campidoglio. Dalla città bassa i Galli si diressero nottetempo verso la rocca del Campidoglio, dove si trovava l'ultima resistenza romana a difesa dei templi e dell'oro della città. L'intenzione era quella di sorprendere i difensori attraverso un passaggio segreto. Il piano fallì perché le oche del Campidoglio, sacre a Giunone, allarmate dai movimenti degli assedianti, presero improvvisamente a starnazzare svegliando gli assediati in tempo sufficiente per respingere l'assalto dei Galli. A seguito di questo episodio sul Campidoglio venne edificato il tempio di "Iuno Moneta" (Giunone Monitrice), dove in seguito vennero coniate le prime monete di Roma: da qui l'etimo dell'attuale parola moneta. Con molta probabilità la leggenda delle oche del Campidoglio si formò in epoca successiva al Sacco di Roma per compensare l'onta subita, mentre a questo episodio venne dedicata la festività del 3 agosto, durante la quale i cani venivano crocefissi perché non avevano avvertito della presenza del nemico sotto il colle e le oche venivano portate in processione e onorate come salvatrici della patria. (da 154 - Alberto Fiorani, Brenno, Ostra Vetere (AN) Centro Cultura Popolare, 2011, pp. 70-72).
da Centro Cultura Popolare |