Festa di San Martino: nuovo anno agrario nel ricordo del primo grande santo non martire |
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Mercoledì 11 Novembre 2009 09:18 |
Dal Coordinamento Regionale delle Confraternite e Sodalizi delle Marche riceviamo la seguente comunicazione: "L'odierna ricorrenza onomastica di San Martino di Tours (Francia), che si celebra in tutto il mondo cristiano l'11 novembre di ogni anno, ci rammenta l'obbligo morale di aiutare il prossimo con l'esercizio della terza opera di misericordia corporale che impone di "Vestire gli ignudi". San Martino di Tours Vescovo (316c.-397). Il padre era ufficiale dell'esercito romano e, per onorare la propria professione, lo chiamò Martino, cioè piccolo Marte, dal nome del dio della guerra. Non pensava che suo figlio, anziché per eroiche imprese belliche, sarebbe passato alla storia per un gesto di pietà diventato simbolo dell'amore cristiano per i
poveri. Martino era nato a Sabaria nel 316 circa, dove suo padre comandava una guarnigione posta a difesa dell'impero sul limite della pianura ungherese. Seguendo i trasferimenti del padre, trascorse la fanciullezza a Pavia con i genitori entrambi pagani, ma lì venne a contatto con il cristianesimo e accolto fra i catecumeni. A quindici anni dovette, suo malgrado, vestire la toga pretesta e intraprendere la carriera militare nella guarnigione di Amiens, in Gallia. Qui, cavalcava nella rutilante divisa della guardia imperiale, con il rosso mantello che il vento gelido dell'inverno incipiente scompigliava, quando all'improvviso sul ciglio della strada gli apparve un poveraccio tremante, coperto di pochi stracci sbrindellati. Martino sguainò la spada, tagliò il mantello in due e ne diede metà al povero. La leggenda racconta che, a quel gesto di carità, seguì un insolito mitigarsi del clima, che si perpetuò nel tempo diventando "l'estate di san Martino". Nella Pasqua del 334, a diciassette anni, ricevette il battesimo. Successivamente partecipò alla campagna sul Reno con l'imperatore Costanzo. Congedato, dopo aver soggiornato per qualche tempo in Pannonia e poi a Milano, si ritirò a vita eremitica sull'isola di Gallinara, sulla costa ligure, e poi a Poitiers, dove il vescovo Ilario lo ordinò sacerdote. Nel 371, alla morte del vescovo Ilario, il popolo della città di Tours lo chiamò alla cattedra episcopale. Eccellente pastore, fu il grande evangelizzatore delle regioni centrali della Gallia, convertendo intere tribù di galli, pacificando ariani ed eretici, resistendo al potere civile che voleva intromettersi nelle gestioni della Chiesa. Fu molto amato dai poveri, ai quali fu sempre vicino; un po' meno fu amato dai nobili che trovavano l'austero vescovo troppo esigente nel chiedere una vita esemplare. Stimato come uno dei più grandi vescovi della Gallia, dopo la sua morte a Candes, il suo funerale si tenne l'11 novembre 397, fu proclamato patrono di quella nazione. Una Confraternita intitolata a San Girio e San Martino esisteva un tempo nella parrocchia-santuario di San Giro a Potenza Picena in provincia di Macerata nell'arcidiocesi di Fermo nelle Marche".
Chiara Fiorani
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