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Ostra Vetere - Mensilario della proclamazione di Traiano a imperatore romano il 27 gennaio 98 d.C. PDF Stampa E-mail
Giovedì 27 Luglio 2023 19:01

Ostra Vetere - Mensilario della proclamazione di Traiano a imperatore romano il 27 gennaio 98 d.C.Marco Ulpio Nerva Traiano  (Italica, 18 settembre 53 – Selinunte in Cilicia, 8 agosto 117) imperatore romano regnante dal 98 al 117 d.C., nacque nella città romana spagnola di Italica (odierna Santiponce, non lontano dall'attuale Siviglia) fondata e abitata da coloni italici nel 206 a.C. da un insieme di veterani (legionari romani e alleati italici) feriti o malati dell'esercito di Scipione Africano, nella Hispania Baetica (attuale Andalusia, Spagna). Il ramo traianeo della Gens Ulpia proveniva dall'Umbria, in particolare da Todi. Suo padre Marcus Ulpius Traianus, anche lui nato nella città di Italica in Hispania, era senatore, e quindi Traiano apparteneva a una famiglia senatoria. Nell'88 ottenne il comando come legatus legionis della legio VII Gemina, che era posizionata nel nord della Spagna. E mentre era al comando della legione spagnola, Domiziano gli ordinò durante l'inverno dell'88/89 di sopprimere la ribellione di Lucio Antonio Saturnino a Mogontiacum (Magonza), nella Germania Superiore. Ma la rivolta di Saturnino fu repressa nel sangue da Aulo Bucio Lappio Massimo prima che Traiano potesse intervenire. Per ricompensarlo della sua fedeltà Domiziano lo fece console con Manio Acilio Glabrione nel 91. Valente militare e popolare comandante, venne adottato dall’imperatore romano Nerva nel 97, succedendogli due anni dopo. Era divenuto un importante generale durante il regno dell'imperatore Domiziano, i cui ultimi anni furono segnati da continue persecuzioni ed esecuzioni di senatori romani. Nel settembre del 96, dopo l'assassinio di Domiziano, un vecchio senatore senza figli, Nerva, salì al trono, ma si dimostrò subito impopolare con l'esercito. Dopo un anno breve e tumultuoso al potere, l'opposizione della guardia pretoriana ne aveva ormai indebolito il potere, tanto da costringerlo a difendere il suo ruolo di princeps adottando il più popolare tra i generali del momento, Traiano, e nominandolo suo erede e successore. Nerva morì poco dopo, alla fine di gennaio del 98, lasciando a Traiano l'impero, senza tumulti e opposizioni. Il popolo di Roma salutò il nuovo imperatore con grande entusiasmo. Traiano si trovava a Colonia quando la notizia della sua nomina lo raggiunse. Era il 27 gennaio del 98 e aveva quarantacinque anni. Non si recò subito nella capitale, ma si limitò a sostituire alcuni uomini a lui non favorevoli, a punire i pretoriani coinvolti nella rivolta contro il predecessore, riducendo della metà il tradizionale donativo per celebrare l'ascesa al trono. Esaltato già dai contemporanei e ricordato dagli storici antichi come Optimus princeps ovvero il migliore tra gli imperatori romani, da molti storici è considerato, in virtù del suo operato e delle sue grandi capacità come generale, amministratore e politico, come uno degli statisti più completi e parsimoniosi della storia, e uno dei migliori imperatori romani.  Sotto Traiano l'Impero romano raggiunse la sua massima estensione territoriale (5 milioni di chilometri quadrati), grazie alle conquiste di Armenia, Assiria e Mesopotamia, della Dacia e del regno di Nabatea (Arabia Petrea). La conquista della Dacia (l'attuale Romania) portò notevoli ricchezze all'Impero poichè ricca di giacimenti di metalli preziosi come oro e argento. La conquista dei territori dei Parti rimase invece incompleta e fragile a causa di una nuova rivolta in Giudea. Parallelamente alle conquiste territoriali, Traiano condusse un vasto programma di edilizia pubblica che rimodellò la città di Roma, lasciando numerosi monumenti a sua testimonianza, come le grandi terme a lui dedicate, un'ampia area che includeva un immenso foro e ampi mercati, sui quali ancora oggi svetta una Colonna in pietra che rappresenta le sue imprese belliche in Dacia. Fu inoltre impegnato in una politica di misure sociali di portata senza precedenti (institutio Alimentaria). Con quest'ultimo provvedimento Traiano sacrificò parte del suo patrimonio personale per assicurare il sostentamento a centinaia di bambini e giovani bisognosi in favore dei «pueri et puellae alimentari». Con i ricavati e i proventi delle riforme attuate Traiano edificò collegi e orfanotrofi per i figli illegittimi e gli orfani dei suoi soldati, garantendo loro un sussidio mensile e un'istruzione adeguata. Rafforzò quindi il ruolo dell'Italia nell'Impero e continuò l'opera di romanizzazione delle province. Nel 116, mentre in Cilicia stava preparando un'altra guerra contro la Partia, Traiano, che spesso cavalcava sotto la pioggia esponendosi agli stessi disagi dei soldati, si ammalò. La sua salute declinò durante la primavera, forse a causa di un colpo apoplettico a seguito di una malattia infettiva contratta in Mesopotamia, finché l'8 agosto 117 morì a Selinunte, in Cilicia (odierna Gazipasa, in Turchia). Egli lasciò alla sua morte una situazione fiorente dell'economia globale, in particolare della parte orientale dell'Impero romano. Alla sua morte Traiano venne deificato dal Senato e cremato e le ceneri dell'Optimus vennero raccolte in un'urna d'oro; dopo il trionfo postumo, con la sua effigie portata sul carro del vincitore dall'Augusta, l'urna venne posta dentro la base della Colonna Traiana. Essa venne in seguito trafugata, durante le invasioni barbariche, dai  Visigoti di Alarico nel sacco di Roma del 410 e se ne persero le tracce, essendo stata presumibilmente fusa e le ceneri perdute, mentre la colonna, restaurata, tuttora si erge nel centro di Roma. La sua statua venne rinvenuta durante scavi clandestini del 1841 nell’area archeologica delle Muracce di Montenovo (oggi Ostra Vetere) trafugata e venduta all’estero e ancora conservata presso il Musèe d’Art e d’Histoire di Ginevra in Svizzera, che, anziché restituire l’originale, ci ha rifilato una costosa patacca in plastica ancora esposta presso il Museo locale. Fine ingloriosa della “nostra” statua del glorioso imperatore di cui il Centro di Cultura Popolare continua a reclamarne la restituzione (testo numero 287 - Alberto Fiorani, La statua di Traiano, Ostra Vetere (AN) Centro Cultura Popolare, 2017, pp. 80).

 

da Centro Cultura Popolare

 

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