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Giocondo Girolimetti: Ecco Ostra Vetere negli anni Venti |
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Domenica 03 Gennaio 2010 18:01 |
 Dal nostro lettore Giocondo Girolimetti abbiamo ricevuto un'altra immagine di cartolina postale con il panorama di Ostra Vetere, che pubblichiamo, ringraziandolo. L'immagine ci mostra il paese circa novant'anni fa, intono agli anni Venti del Novecento. L'excursus temporale è compreso fra il 1916 e il 1933. Non può essere anteriore al 1916 poichè non c'è più la chiesa conventuale di San Francesco al Mercatale in piazza, oggi, della Libertà. Non
può essere successiva al 1933 poichè non c'è ancora la torre del Littorio, costruita in epoca fascista e inaugurata nell'autunno di quell'anno. Quindi la fotografia risale all'incirca agli anni Venti. Infatti non c'è ancora nemmeno la prima officina dei paese dei fratelli Lombardi, che era dove oggi si trova la Banca di Credito Cooperativo, e che la realizzarono dopo la fine della prima guerra mondiale del 1915-1918. Di rilevante è la folta vegetazione arborea della campagna, prima della meccanizzazione agricola che comportò sia l'espianto dei tanti filari di viti che esistevano, che delle alberature dei mori gelsi per l'allevamento dei bachi da seta allora fiorente. |
Centro Cultura Popolare 
Dal nostro lettore Giocondo Girolimetti abbiamo ricevuto un'altra immagine di cartolina postale con il panorama di Ostra Vetere, che pubblichiamo, ringraziandolo. L'immagine ci mostra il paese circa novant'anni fa, intono agli anni Venti del Novecento. L'excursus temporale è compreso fra il 1916 e il 1933. Non può essere anteriore al 1916 poichè non c'è più la chiesa conventuale di San Francesco al Mercatale in piazza, oggi, della Libertà. Non
può essere successiva al 1933 poichè non c'è ancora la torre del Littorio, costruita in epoca fascista e inaugurata nell'autunno di quell'anno. Quindi la fotografia risale all'incirca agli anni Venti. Infatti non c'è ancora nemmeno la prima officina dei paese dei fratelli Lombardi, che era dove oggi si trova la Banca di Credito Cooperativo, e che la realizzarono dopo la fine della prima guerra mondiale del 1915-1918. Di rilevante è la folta vegetazione arborea della campagna, prima della meccanizzazione agricola che comportò sia l'espianto dei tanti filari di viti che esistevano, che delle alberature dei mori gelsi per l'allevamento dei bachi da seta allora fiorente.