Dal diario manoscritto "Miscelanea Veritas" (1815-1840) del concittadino Francesco Procaccini ricaviamo le seguenti notizie dei fatti occorsi quasi due secoli fa a Montenovo, era il giovedì 5 gennaio 1837: "Questa Sera la Nostra completa Banda Istrumenti Da Fiato, ed altri in N.o 30: sono stati tutti per le nostre Case a Cantare lodi alla Pasquella come qua sotto descrivo la Cansona da loro Cantata. Hanno Ricevuto Pollami d'ogni Sorte in N.° 27: per cui tutta la d.a Compagnia si è portata la Sera dei
8: al Convento de Nostri PP. Zoccolanti, e dopo aver Suonato andettero a Mangiare avendo lì trasportato tutto l'occorrente Manducatorio; Tutti in Allegria, Evviva, Evv. .....
Canzonetta I.a Noi Veniamo dall' Oriente Senza doni ma con Zelo Salutando Uniti il Celo Ma pria l'alto suo Motor Que partiro colla Stella Fida Socia a lor Viaggio Noi Veniamo con Coraggio Agli Amici a denunziar
2.a
Che doman ricorre e vero La gran Festa Epifania E gridando sempre sia Simil Festa ai nostri Cor Lor dirran' che siam Venuti Per dir sol ch'è la Pasquella ma Noi anche per Scarsella E bisaccia nostra Empir 3.a Chi sarrà che tanto ingrato Non darà o Cacio, o Pollo Veramente un Capocollo Molto più ci gradirà Se poi tanto non vi fosse Di Farina libre Cento Farrian pago l'istrumento Ed in Sieme li cantor 4.a Parchi siamo nella Mensa Che Salcicce libro Otto Bastan solo pel Fagotto ed appena ad Un Trombon Sette botti di buon Vino Sufficienti alla Cappella Ma se beve un sol Clarino Nemmen Elle può bastar 5.a Qui non giova Economia Non potete Noi Cacciar Cominciammo qui a Cantar e bisogna qui finir Dian le Chiavi al dispensier Ed al Cuoco dell' pollaro Che di Galli Un Centinaro farrà il Suono terminar 6.a Non si guardin un coll'altro A dir Cosa a Noi si dia dodici Ova in fede mia senza poi tanto pensar Capobanda mangia Molto il Trombetta non è tardo Ogniun certo è gagliardo e Veloce a digerir 7.a Alla loro Cortesia rimettiam nostre fatiche Non vogliam di Giugno spiche e ne anche un Monte d'Or Basta sol ci sia concesso di dir sempre con Cappella Viva, viva la Pasquella Ringraziando lor Signor Fine".
Per chi ha difficoltà a leggere la prosa del primo Ottocento del diario di Procaccini, sciogliamo qualche abbreviazione e diamo qualche interpretazione a parole desuete: "Cansona" sta per canzonetta, "Sera dei 8:" sta per la domenica successiva, "d.a" sta per detta, "PP. Zoccolanti" sta per frati francescani riformati di Santa Croce, "andettero" sta per andarono, "occorrente Manducatorio" sta per il necessario da mangiare, "Celo" sta per Cielo, "pria" sta per prima, "Motor" sta per Dio, "Que partiro" sta per i quali (Magi) partirono, "denunziar" sta per annunciare, "Scarsella" sta per borsellino, "bisaccia" sta per sporta a tracolla per trasportare generi alimentari, "Empir" sta per riempire, "Capocollo" sta per lonza, "libre Cento" sta per circa 36 chilogrammi, "Farrian pago l'istromento" sta per appagherebbe il musicista, "Ed in Sieme li cantor" sta per insieme ai cantanti, "Parchi" sta per morigerati, "libre Otto" sta per poco meno di tre chilogrammi, "Fagotto" sta per il suonatore di fagotto strumento musicale a fiato ad ancia, "Trombon" sta per musicista suonatore di trombone, "Cappella" sta per coro vocale, "Centinaro" sta per centinaio, "Ova" sta per uova, "Trombetta" sta per suonatore di cornetta, "Ogniun" sta per ognuno, "Non vogliam di Giugno spiche" sta per non vogliamo grano a raccolto, cioè non bastano le promesse a venire.
Chiara Fiorani |