a MONTENOVO i fatti nostri dell'11 novembre |
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Lunedì 11 Novembre 2013 00:00 |
1824 - Era festa grande, quell'11 novembre del 1824 a Barbara. Nel piccolo Comune rurale si celebrava l'inizio dell'annata agraria e grandi feste erano state preparate, concluse da una rappresentazione teatrale nel locale Teatro ("fatto alla posticcia", tiene a precisare un cronista dell'epoca per intendere la precarietà delle strutture della sala, inadatta a contenere gli attori e tanto pubblico). Venne rappresentata la produzione "Sofia e Wandernot". "O giorni perduti! O cecità inespremibile! - lamenta sconsolato il cronista per niente entusiasta dell'arte portata alla ribalta - Non solo per i scellerati soggetti, massime la Donna, che neppure capiva ciocchè dovean dire, ma li Palchettoni in Teatro
tutti cadenti tanchè la nummerosissima Foresteria che intervenne di Persone quasi tutti Nobili dovettero partirsene per il timore, non solo, mà anche per la gran quantità che ivi erano posti, onde evitare il timore di qualche minacciante rottura di essi Palchettoni. Fù questo redicolo spettacolo incominciato circa le ore trè, e finì dopo le cinque. Non descrivo gl'urli, le strida, le fischiate che fecero i Forastieri per compassione de Barbaresi, ma il Lettore comprenderà il totale esito che hanno riscosso. Veramente a me non licèa di descrivere i fatti accaduti fuor del mio territorio - si premura di scusarsi il cronista Francesco Procaccini nella sua "Miscellanea Veritas" che era una sorta di diario-libello su tutto quel che succedeva nel secondo ventennio dell'Ottocento a Montenovo - ma essendo tanto prossimi ho creduto illuminare a chi leggerà". Ma se la rappresentazione teatrale conclusiva non era piaciuta, la tanta foresteria presente si era adunata a Barbara per un altro motivo ben più accattivante: lo Steccato. Era stata infatti abbondantemente pubblicizzata una grande "Caccia" e, infatti, erano scesi nell'arena otto bovi, toro e vacca di masseria, che avevano fatto spettacolo grande e seguitissimo. Questo sì che raccolse il più convinto consenso da parte della popolazione locale e della numerosa foresteria intervenuta per gustare la gioia di una competizione tanto gradita a tutti. Altro che teatro! C'era lo steccato e tanto bastava. La cultura poteva pure attendere! (Alberto Fiorani, Lo Steccato o Caccia del Bove, testo 027, 1990, pp. 30-31).
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