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Santo del giorno 28 giugno San Paolo I papa PDF Stampa E-mail
Venerdì 28 Giugno 2013 00:00

Santo del giorno 28 giugno San Paolo I papa Due fratelli papi, uno dopo l’altro: mai accaduto prima, e mai più dopo. Morto il 26 aprile 757 in Laterano il papa Stefano II, e prima ancora di seppellirlo in San Pietro, la maggioranza di clero, nobili e popolo di Roma chiamò a succedergli il diacono Paolo: assistette fino all’ultimo il fratello e ne prese il posto per guidare la Chiesa in una situazione del tutto nuova. Al tempo di Stefano II terminò il dominio dell’Impero d’Oriente su Roma e gran parte dell’Italia centrale, e rapidamente entrò in quei territori il re longobardo Astolfo, che assediò Roma e saccheggiò le catacombe fuori città. Dal regno dei Franchi intervenne allora in soccorso del Pontefice Pipino (detto “il Breve” per la sua bassa statura), che con due campagne militari riprese quei territori, ponendoli sotto la sovranità di Stefano II. Il quale, in contraccambio, lo riconobbe e consacrò re dei Franchi, al posto dei discendenti di Clodoveo. Così Paolo I si ritrovò Pontefice, capo spirituale della Chiesa e sovrano temporale in territori italiani. Un evento di portata enorme: dopo secoli, l’Italia non dipese più da re stranieri, e si ritrovò ad avere, per l’epoca, «il migliore dei governi nazionali sperimentati», secondo lo storico Corrado Barbagallo. Ma al tempo stesso la missione spirituale della Chiesa si ritrovò mescolata alle politiche terrene. Con pericoli enormi. E proprio a Paolo I toccò sperimentarne le prime novità. Il re longobardo Desiderio (successore di Astolfo) cercava di provocare uno sbarco bizantino in Italia. L’imperatore d’Oriente provò a mettere Pipino contro Roma, intrecciando le questioni politiche e territoriali con i dibattiti dei teologi. E lo stesso re Pipino, per amico e buon cristiano che era, fu assai lento nel restituire al Pontefice varie città che aveva strappato ai Longobardi. Allora il capo della Chiesa dovette agire anche da capo di Stato per farsele consegnare. Paolo I è considerato il salvatore di molte reliquie dei martiri cristiani: le fece togliere dalle catacombe (sempre esposte ai saccheggi dei longobardi) per esporle alla venerazione dei fedeli nelle chiese. E nel suo tempo fu l’amico migliore dei carcerati: li andava a trovare regolarmente di persona, girando di notte da un carcere all’altro, soccorrendo le famiglie, riscattando i detenuti per debiti. Questo deve fare il capo della Chiesa. Ma adesso toccava a lui per primo fronteggiare il sovrano bizantino e quello longobardo, tenersi buono Pipino oggi con ammonimenti, domani con regali e lodi. E poi c’era la politica interna, ormai; c’era da governare il territorio e Roma, affidandosi ai funzionari, non tutti di prima scelta. Certuni sono chiamati “iniqui satelliti” dal Liber pontificalis; e con titoli peggiori dalla gente. Verso il decimo anno del suo pontificato si attenuò la conflittualità politica. Ma finì anche la vita di Paolo I. Ai primi colori dell’estate venne colpito da una “febbre maligna”, probabilmente malaria, e morì in un monastero presso la basilica di San Paolo fuori le Mura. Non fu possibile celebrare subito i funerali, perché nel giorno della sua morte scoppiò in Roma una sommossa, frutto del rancore seminato dagli “iniqui satelliti”. Il corpo venne dapprima inumato nella basilica di San Paolo, e tre mesi dopo ebbe sepoltura in San Pietro.

Da: http://www.santiebeati.it