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Santo del giorno 29 luglio Sant'Olav (Olaf) re di Norvegia martire PDF Stampa E-mail
Lunedì 29 Luglio 2013 00:00

Santo del giorno 29 luglio Sant' Olav (Olaf) re di Norvegia martireOlav II Haraldsson, chiamato anche “il Voluminoso”, nacque nel 995 a Trondheim in Norvegia e come era consuetudine del suo popolo vichingo, prese parte ad alcune spedizioni dirette verso l’Inghilterra e l’Islanda. Fu proprio in Inghilterra che conobbe il cristianesimo e fu battezzato poi nel 1014 a Rouen. Dal 1015 al 1016 fu impegnato, una volta ritornato in Norvegia, a combattere e scacciare Haakon, che già come suo padre Erik-jarl, aveva usurpato il trono. La guerra interna finì con la battaglia navale di Nesjar, il 25 marzo 1016, vinta da Olav che divenne così il re del paese, superando anche il fratello Harald, pagano, che lo pretendeva. Organizzò lo Stato secondo le leggi e le usanze dei cristiani, distrusse il paganesimo; costruì varie chiese facendo venire dall’Inghilterra sacerdoti cattolici e con lui si cominciò ad applicare in Norvegia, il diritto ecclesiastico anglosassone. Sotto il regno di Olav ‘il Santo’, la Norvegia ebbe un periodo di notevole prosperità economica, anche se il suo governo fu osteggiato dai potenti ‘jarls’ suoi nemici; per costringere all’obbedienza le popolazioni pagane ribelli, si alleò con suo cognato Amund Jacob lottando, con qualche successo, contro Canuto di Danimarca. Nel 1028 in seguito a lotte più cruente, dovette abbandonare la Norvegia e con i suoi seguaci andò a Gärdarike (sull’isola Gotland, allora governata dai russi) presso suo cognato Jaroslav. Nello stesso 1028, il partito contrario al suo governo, formatosi in seno all’aristocrazia norvegese, aveva proclamato re, Canuto di Danimarca; nell’estate del 1030, Olav aiutato dagli svedesi, ritornò per riconquistare la Norvegia ma il 29 luglio, durante una decisiva battaglia, vicino Nidaros, cadde colpito a morte, trafitto con la spada durante un assalto dei suoi nemici. Sul luogo chiamato Stiklestad fu eretta una cappella in legno, sostituita nel 1075 da una chiesa in muratura; qualche tempo dopo a Nidaros fu eretto il duomo nel cui interno furono trasportate le reliquie del santo re, che già nella cappella di legno, erano oggetto di devozione. Le sue reliquie furono deposte in un magnifico sarcofago d’argento; ma verso la metà del ‘500, con la venuta della Riforma Protestante, il prezioso scrigno fu portato in Danimarca e fuso. A seguito dei miracoli avvenuti sulla sua tomba, il vescovo Grimkel decretò il 3 agosto 1031, la sua venerazione come martire. Il duomo di Nidaros divenne per tutto il Medioevo il santuario più famoso della Norvegia e da lì si sparse largamente il culto per sant’Olav o Olaf, come si chiama in Svezia, che divenne ben presto il santo più popolare del Nord e che nella fantasia del popolo, sostituì o a volte si fuse con il dio pagano nordico Tor. Il cristianesimo norvegese trovò nella sua figura e nel culto delle sue reliquie, un punto fermo e centrale, mentre la monarchia nazionale che alimentò tale culto, ne guadagnò più prestigio a causa del suo più illustre rappresentante. Molte chiese furono costruite e dedicate al suo nome, non solo in Norvegia, ma anche in Inghilterra e nei Paesi del Nord; la sua urna veniva portata in processione oltre che nel giorno della sua festa, anche per la cerimonia dell’elezione dei re norvegesi ad Öreting, come simbolo della collaborazione tra la Chiesa e il potere civile. La Riforma Protestante nei Paesi del Nord, tese a cancellare ogni culto e la stessa memoria del santo, ma da qualche decennio la festa di sant’Olav (29 luglio) è stata ripristinata in Norvegia, come giorno di festa nazionale. È evidente l’importanza storica di Olav per la Norvegia, egli non soltanto è considerato l’organizzatore della Chiesa nel Paese; l’apostolo del cristianesimo affermatosi sul mondo pagano di allora, ma anche come il primo legislatore e nello stesso tempo fondatore del regno norvegese, vincendo lo strapotere degli ‘jarls’, i grandi clan, inducendoli all’obbedienza nell’ambito di un progetto di unità nazionale.

Da: http://www.santiebeati.it