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Santo del giorno 30 luglio San Pietro Crisologo vescovo di Ravenna e dottore della Chiesa PDF Stampa E-mail
Martedì 30 Luglio 2013 00:00

Santo del giorno 30 luglio San Pietro Crisologo vescovo di Ravenna e dottore della ChiesaNato a Imola circa il 380, Pietro venne consacrato vescovo di Ravenna intorno al 433 dal Papa in persona, Sisto III, cioè l’uomo della pace religiosa dopo dissidi, scontri e iniziative scismatiche, ispirate alle dottrine di Nestorio. Segno perenne di questa pace, il rifacimento della Basilica liberiana sull’Esquilino, dedicata alla Madre di Dio (Santa Maria Maggiore). Quando Pietro tiene il suo primo discorso da vescovo, ad ascoltarlo col papa c’è anche Galla Placidia, figlia dell’imperatore Teodosio, sorella dell’imperatore Onorio e ora madre e tutrice dell’imperatore Valentiniano III. Una donna che è stata padrona della reggia, poi ostaggio dei Goti invasori e moglie per forza di un goto, Ataulfo cognato di Alarico distruttore di Ostra antica nel 409 e conquistatore di Roma nel 410, assassinato poco dopo in una congiura. L’assassino ha poi scacciato lei, costringendola a camminare a piedi per dodici miglia in catene, prima di essere rimandata ai suoi. Ravenna, che ora è la capitale dell’impero, cerniera tra Oriente e Occidente. Ravenna, che manda e riceve corrieri da ogni parte, e quasi sempre con notizie tristi, perché l’impero è giunto alle sue ultime convulsioni. In questa capitale e in questo clima governa la sua Chiesa il vescovo Pietro, al quale la voce pubblica dà il soprannome di “Crisologo”, che significa “dalle parole d’oro”, come chiaramente dimostrano i suoi documenti che possediamo, circa 180 sermoni, esemplari per calore umano e schietto vigore della sua fede. Ravenna ai tempi di Pietro è una città crocevia, fornicolante di problemi e di incontri. Dall'Oriente lo consulta l'influente e discusso archimandrita Eutiche, in conflitto dottrinale col patriarca di Costantinopoli e con gran parte del clero circa le due nature in Gesù Cristo. Il vescovo di Ravenna gli risponde rimandandolo alla decisione del Papa (che ora è Leone I) «per mezzo del quale il beato Pietro continua a insegnare, a coloro che la cercano, la verità della fede». Una rigorosa indicazione circa i comportamenti. Ma espressa sempre con linguaggio amico, con voce cordiale. Con le “parole d’oro” che l’hanno reso popolare a Ravenna e in tutta la Chiesa: "la sua attività di predicatore ci ha lasciato soprattutto una documentazione inestimabile sulla liturgia di Ravenna e sulla cultura di questa città" (B. Studer). A trovare Pietro viene uno dei vescovi più illustri del tempo, Germano di Auxerre, che poi muore proprio a Ravenna nel 448, assistito da lui. Anche per il vescovo Pietro Crisologo giunse la sua ora: il suo transito avvenne il 31 luglio 450 a Imola in Romagna, la cui memoria ricorre in questo giorno precedente.

Da: http://www.santiebeati.it