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NoSanto del giorno 15 agosto Assunzione della Beata Vergine Maria |
Giovedì 15 Agosto 2013 00:00 |
L'Immacolata Vergine, preservata immune da ogni colpa originale, finito il corso della sua vita, fu assunta alla celeste gloria in anima e corpo e dal Signore esaltata quale regina dell'universo, perché fosse più pienamente conforme al Figlio suo, Signore dei dominanti e vincitore del peccato e della morte'. (Conc. Vat. II, 'Lumen gentium', 59). Maria compare per l'ultima volta negli scritti del Nuovo Testamento nel primo capitolo degli Atti: Ella è in mezzo agli apostoli, in orazione nel cenacolo, in attesa della discesa dello Spirito Santo. Alla concisione dei testi ispirati, fa riscontro l'abbondanza di notizie sulla Madonna negli scritti apocrifi, soprattutto il Protovangelo di Giacomo e la Narrazione di San Giovanni il teologo sulla dormizione della santa Madre di Dio. Il termine "dormizione" è il più antico che si riferisca alla conclusione della vita terrena di Maria. Questa celebrazione venne decretata per l'Oriente nel VII secolo con un decreto dell'imperatore bizantino Maurizio. Nello
stesso secolo la festa della Dormizione viene introdotta anche a Roma da un papa orientale, Sergio I. Ma trascorse un altro secolo prima che il termine "dormizione" cedesse il posto a quello più esplicito di "assunzione". La 'dormitio Virginis' e l'assunzione, in Oriente e in Occidente, sono fra le più antiche feste mariane. Questa antica testimonianza liturgica e di fede ricevuta dalla tradizione della Chiesa fu esplicitata e solennemente proclamata con la definizione dommatica di Pio XII nel 1950, dichiarando che Maria non dovette attendere, al pari delle altre creature, la fine dei tempi per fruire anche della redenzione corporea. L'unione definitiva, spirituale e corporea, dell'uomo con il Cristo glorioso, è la fase finale ed eterna della redenzione. Così i beati, che già godono della visione beatifica, sono in certo senso in attesa del compimento della redenzione, che in Maria era già avvenuta con la singolare grazia della preservazione dal peccato. Alla luce di questa dottrina, che ha il suo fondamento nella Sacra Scrittura, nel cosiddetto "Protoevangelo", contenente il primo annunzio della salvezza messianica dato da Dio ai nostri progenitori dopo la colpa, Maria viene presentata come nuova Eva, strettamente unita al nuovo Adamo, Gesù. Gesù e Maria sono infatti associati nel dolore e nell'amore per riparare la colpa dei nostri progenitori. Maria è dunque non solo madre del Redentore, ma anche sua cooperatrice, a lui strettamente unita nella lotta e nella decisiva vittoria. Quest'intima unione richiede che anche Maria trionfi, al pari di Gesù, non soltanto sul peccato, ma anche sulla morte, i due nemici del genere umano. E come la redenzione di Cristo ha la sua conclusione con la risurrezione del corpo, anche la vittoria di Maria sul peccato, con la Immacolata Concezione, doveva essere completa con la vittoria sulla morte mediante la glorificazione del corpo, con l'assunzione, poiché la pienezza della salvezza cristiana è la partecipazione del corpo alla gloria celeste. La “dormitio” e l’”assunzione” rappresentano la conclusione dell’esistenza terrena di Maria, iniziata con l’”immacolata concezione”: sono questi i due estremi temporali della vita della Madonna, cronologicamente e geograficamente connotabili. Il concepimento e la nascita della Madonna avvennero nell’umile casa di Nazareth che dal 1294 per ministero angelico è stata trasportata dalla Palestina a Loreto nelle Marche. Della Santa Casa lauretana afferma la Bolla “Inter omnia” del Beato Pio IX redatta il 26 agosto 1852: “Fra tutti i Santuari consacrati alla Madre di Dio, l’Immacolata Vergine, uno si trova al primo posto e brilla di incomparabile fulgore: la veneranda ed augustissima Casa di Loreto. Consacrata dai divini misteri, illustrata dai miracoli senza numero, onorata dal concorso e dall’affluenza dei popoli, stende ampiamente per la Chiesa Universale la gloria del suo nome, e forma ben giustamente l’oggetto di culto per tutte le nazioni e per tutte le razze umane. (…) A Loreto, infatti, si venera quella Casa di Nazareth, tanto cara al Cuore di Dio, e che, fabbricata nella Galilea, fu più tardi divelta dalle fondamenta e, per la potenza divina, fu trasportata oltre i mari, prima in Dalmazia e poi in Italia. PROPRIO IN QUELLA CASA la Santissima Vergine, per eterna divina disposizione rimasta perfettamente esente dalla colpa originale, E’ STATA CONCEPITA, E’ NATA, è cresciuta, e il celeste messaggero l’ha salutata piena di grazia e benedetta fra le donne. Proprio in quella Casa ella, ripiena di Dio e sotto l’opera feconda dello Spirito Santo, senza nulla perdere della sua inviolabile verginità, è diventata la Madre del Figlio Unigenito di Dio”. Ma dove avvenne la “dormitio”? A circa quattro chilometri dalla città di Efeso, in Turchia, secondo la tradizione sarebbe ubicata la casa in cui Maria trascorse gli ultimi anni della sua vita terrena. Numerosissimi autori cristiani d’Oriente e d’Occidente, fin dai primi secoli, fanno cenno alla lunga permanenza di Giovanni, l’apostolo prediletto di Gesù, e della Santa Vergine nei pressi della città di Efeso, la prima delle sette chiese ricordate nell’Apocalisse. Però come sappiamo che questa è stata la casa della Madre di Gesù? L’importante scoperta risale alla fine del secolo XIX. Il 29 luglio 1891 due sacerdoti della Congregazione della Missione (lazzaristi), i francesi Padre Henry Jung e Padre Eugène Poulin, cedendo alle insistenti richieste di suor Marie de Mandat-Grancey, la superiora delle Figlie della Carità addette all’Ospedale francese di Izmir, partirono alla ricerca della casa dove la Vergine Maria visse gli ultimi anni della sua vita, avendo come sola bussola le visioni della mistica tedesca Anna Katharina Emmerick (1774-1824). La religiosa, che Giovanni Paolo II ha iscritto all’albo dei beati il 3 ottobre 2004, dal suo letto in un villaggio della Westfalia, a cui era rimasta immobilizzata per gli ultimi dodici anni della sua vita, aveva ricevuto le visioni della vita di Gesù e della Madonna, raccolte e poi pubblicate dopo la sua morte dal letterato tedesco Clemens Brentano. I due sacerdoti, ex soldati dell’armée francese, salirono sul Bülbül Dag (che in turco vuol dire “la collina dell’usignolo”), un’altura che domina la piana di Efeso. Esausti per il viaggio chiesero di poter avere dell’acqua e gli fu indicata una sorgente per dissetarsi, vicino alla quale i due viandanti trovarono i resti di un edificio, che aveva l’apparenza di essere stato utilizzato come cappella e che corrispondeva perfettamente alla descrizione fattane dalla Emmerick. Si trattava della “Panaya üç Kapoulou Monastiri”, come la chiamavano i cristiani del luogo, ovvero il “Monastero delle tre porte della Tutta Santa”, per i tre archi posti sulla facciata. Successivamente, i due lazzaristi vennero a conoscenza che dal villaggio di Sirince, abitato fino al 1920 da una comunità di greci che parlavano il turco ed erano di fede cristiano-ortodossa, la gente si recava ogni anno in pellegrinaggio, nell’ottava della loro festa della dormizione di Maria, il 15 agosto. Partendo da questo, i due padri realizzarono tra gli abitanti del villaggio una inchiesta scrupolosa, che confermò l’esistenza di una memoria locale antica di secoli, che riconosceva nella cappella in rovina sul colle dell’usignolo il luogo dell’ultima residenza terrena di “Meryem Anas”, la Madre Maria. Gli scavi condotti tra il 1898-1899 portarono alla luce all’interno dei ruderi alcuni resti di un focolare risalenti al I secolo e rivelarono attorno alla presunta dimora della Madonna la presenza di un piccolo quartiere sorto nel VII secolo. Riguardo alla questione del luogo reale in cui Maria fu assunta in Cielo, se a Gerusalemme o nella Casa di Efeso, sarà Leone XIII (1878-1903) il primo dei Papi dell’ultimo secolo a pronunciarsi in maniera favorevole rispetto alla presunta dimora efesina di Maria, facendo ripristinare fra l’altro nell’Ordo Romanus una nota che in occasione della festa dell’Assunta faceva riferimento a Efeso come probabile luogo della dormizione della Vergine. Nelle rivelazioni mistiche della Beata Anna Caterina Emmerick è detto che “La Vergine Maria, dopo l'ascensione di nostro Signore al cielo, visse ancora tre anni a Sion, tre a Betania e nove a Efeso. Qui fu condotta da Giovanni quando si scatenò la persecuzione degli Ebrei contro Lazzaro e le sue sorelle. Giovanni la portò a Efeso e fece costruire per lei una piccola abitazione non molto distante dalla città. La seguirono un gruppo di discepole e altri fedeli della Palestina. Molte famiglie e pie donne di questa prima colonia cristiana dimorarono nelle spelonche delle rupi e nelle cavità che offriva il terreno. Il suolo era fertile e i cristiani avevano orti e frutteti. Altri gruppi abitavano nelle tende o avevano costruito piccole capanne. L'uso delle tende iniziò a diffondersi tra i cristiani fin dall'inizio delle persecuzioni, perché spesso erano costretti a trasferirsi da un luogo all'altro. Solamente la casa di Maria era di pietra. Pochi passi dietro la casa c'era un monte che si alzava ripido fino alla vetta, dalla quale si godeva una bella vista sul mare, su Efeso e sulle sue numerose isole. Non distante dal monte scorreva un bel fiumiciattolo. Per questa contrada non passava quasi mai nessuno. Nei pressi della colonia cristiana vidi un castello in cui abitava un re detronizzato. Giovanni lo convertì alla nuova fede. Tempo dopo il castello divenne sede vescovile. La casa della Vergine era quadrata, solo la parte posteriore era di forma circolare, aveva le finestre molto sollevate dal suolo e il tetto era piatto. L'abitazione era divisa al centro dal focolare. A destra e a sinistra di questo si accedeva nella parte posteriore della casa, dove c'erano l'oratorio e alcune piccole stanzette. Questa parte della casa, di forma circolare, era scarsamente illuminata ma addobbata in modo grazioso. Al centro del muro, dal focolare al tetto, c'era un'incavatura simile ai nostri condotti per il fumo: serviva, infatti, a guidare il fumo a un'apertura superiore. Una tortuosa canna di rame si alzava al di sopra della casa. Nelle piccole stanzette laterali, formate con pareti mobili di giunchi, dormivano l'ancella di Maria santissima e le donne che talvolta venivano a visitarla. Le pareti erano ricoperte di vimini intrecciati che terminavano superiormente in forma di volta. Nell'oratorio, in una nicchia al centro del muro, vi era un tabernacolo in cui la Vergine teneva una croce lunga all'incirca un braccio. Essa aveva le due braccia laterali a forma di Y, come ho sempre visto la prima croce di nostro Signore. La croce non aveva ornamenti, anzi era intagliata in modo rudimentale come lo sono quelle che ancor oggi giungono dalla Terrasanta. Io penso che l'avessero intagliata Giovanni e Maria santissima. Era composta di quattro specie di legno e fissata in un supporto di terra o di pietre, com'era la croce di Cristo sul Calvario. Ai piedi della croce si trovava un pezzo di pergamena su cui era scritto qualcosa, forse le parole del Signore. Sul legno vidi scolpita l'immagine del Redentore, molto semplice, spoglia d'ogni vano ornamento e con linee di colore scuro. Le linee più marcate da una tinta nera rendevano ancor più chiara la figura di Cristo. Nelle diverse qualità del legno, ravvisai le varie contemplazioni fatte dalla santa Vergine. Due vasi di fiori stavano l'uno a destra e l'altro a sinistra della croce. Vicino a questi vasi vidi un lino: mi sembrò che fosse quello con cui la Madre di Dio s'era servita per asciugare il sangue e le piaghe del corpo di Cristo. Nello scorgere questa pezzolina, vidi Maria santissima asciugare le sacre piaghe del Redentore. Il panno era simile alla tela con cui i sacerdoti puliscono il calice dopo aver bevuto il sangue di Cristo. Ella conservava pure alcune vesti di Gesù, tra le quali la tunica inconsutile. Quando Giovanni andava a visitarla, si scopriva il tabernacolo e, davanti al crocifisso, essi s'inginocchiavano e pregavano a lungo. Nei dintorni della sua casa la Vergine aveva disposto dodici pietre commemorative delle stazioni della Via Crucis. La vidi percorrere con la sua ancella i luoghi simbolici della passione del Signore. Ella meditava e pregava sui patimenti del Figlio. Ad ogni stazione, baciando la terra, le due donne ricordavano le sofferenze del Signore. La piccola casa della santa Vergine era adiacente un bosco ed era circondata da alberi; la quiete e il silenzio dominavano il paesaggio circostante. L'ancella, più giovane della Vergine, andava nei dintorni a procurare il cibo. Esse conducevano una vita di preghiera, tranquilla e ritirata. Negli ultimi tempi che dimorò in questo luogo, la Madonna divenne sempre più silenziosa e raccolta, pareva quasi dimenticare di prendere il nutrimento necessario. Durante gli ultimi anni della sua vita terrena la vidi bere un succo simile a quello di uva. Solo il suo corpo sembrava ancora di questo mondo, poiché lo spirito pareva già passato a felice dimora. Tutto in lei faceva trasparire la continua preoccupazione dello spirito. Nelle ultime settimane della sua vita passeggiava per le stanze appoggiata al braccio della sua fedele ancella. Portava spesso una veste bianca, il suo viso era senza rughe, angelico e spiritualizzato. Dopo tre anni di soggiorno ad Efeso, accompagnata da Giovanni e da Pietro, la Madre di Dio fece ritorno a Gerusalemme, spinta dal desiderio di rivedere i luoghi santificati dal sangue del Figlio. Vidi in questa città gli apostoli radunati per un concilio; c'era anche Tommaso. La Vergine li assisteva con i suoi consigli. Essi gettarono le basi concrete della Chiesa futura; dopo di che andarono a portare il vangelo nelle terre lontane. Quando la Vergine giunse a Gerusalemme imbruniva appena. Prima di entrare in città si recò a visitare il monte degli Ulivi, il Calvario, il santo sepolcro e tutti gli altri luoghi santi che sono intorno a Gerusalemme. Sui luoghi della passione Maria non cessava di sospirare: «Oh, Figlio mio! Figlio mio!...». Giunta alla porta del palazzo dove aveva incontrato Gesù sotto la croce, cadde svenuta. Gli apostoli credettero che ella avesse cessato di vivere. Fu portata al cenacolo, in cui abitò le stanze dell'atrio. Maria santissima fu così grave e sofferente che si pensò di prepararle una tomba in una caverna del monte degli Ulivi. Ma dopo che la tomba fu preparata, Maria si ristabilì in salute e tornò ad Efeso. Il bel sepolcro scavato per lei a Gerusalemme fu tenuto in grande considerazione. Più tardi lì vicino fu costruita una magnifica chiesa. Giovanni Damasceno, seguendo una diffusa tradizione, scrisse che la Madonna si era addormentata nel Signore ed era stata sepolta a Gerusalemme. A me, però, fu rivelato che, per volontà di Dio, i particolari del transito, della sepoltura e dell'assunzione della santa Vergine in cielo erano oggetto soltanto di una tradizione incerta. Il tempo in cui la Chiesa commemora il transito di Maria santissima è giusto, ma non tutti gli anni cade nello stesso giorno. Nell'anniversario della sua morte ho visto numerose anime salire in paradiso. Quando la santa anima della Vergine lasciò il santo corpo, era l'ora nona, la stessa in cui era spirato il Salvatore.” L’attuale aspetto del Santuario di “Meryem Ana” è quello ottenuto grazie all’ultimo restauro, realizzato introno agli anni Cinquanta del secolo scorso con materiale trovalo in loco. La cura pastorale del piccolo Santuario è stata assicurata negli anni dapprima dai Piccoli Fratelli di Charles de Foucauld, poi dai Padri Monfortani, e adesso dai frati della provincia cappuccina dell’Emilia Romagna. La Casa di Maria già visitata da Papa Paolo VI nel 1967, da Giovanni Paolo II nel 1979 e da Benedetto XVI nel 2006, gode di un flusso ininterrotto di devozione che è costituito più da musulmani che da cristiani. La piccola “stanza di Maria” ha infatti le pareti ornate dalla Sure a Lei dedicate nel Corano, dove Maria viene onorata come “l’unica donna non toccata dal demonio”. Oltre al Santuario sul monte Bülbül Dag, quello sul monte chiamato Bodrum – dove la Vergine si nascose dalla persecuzione dei pagani, per cui la grotta venne chiamata Kriphi Panaya (la “Tuttasanta nascosta”) – e quello a Kavakli – dove Maria fuggì sempre a causa delle persecuzioni, e denominato così per la presenza di molti pioppi – si contano a Efeso numerose chiese e santuari dedicati alla Vergine.
Da: http://www.santiebeati.it , www.zenit.org e www.lavocecattolica.it |