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Santo del giorno 16 agosto San Rocco pellegrino e taumaturgo PDF Stampa E-mail
Venerdì 16 Agosto 2013 00:00

Santo del giorno 16 agosto San Rocco pellegrino e taumaturgoNonostante la grande popolarità di San Rocco, le notizie sulla sua vita sono molto frammentarie: il Santo è nato a Montpellier fra il 1345 e il 1350 ed è morto a Voghera fra il 1376 ed il 1379 molto giovane a non più di trentadue anni di età. I genitori Jean e Libère De La Croix erano una coppia di esemplari virtù cristiane, ricchi e benestanti, dediti a opere di carità. Rattristati dalla mancanza di un figlio rivolsero continue preghiere alla Vergine Maria dell’antica Chiesa di Notre-Dame des Tables fino ad ottenere la grazia richiesta. Il neonato, a cui fu dato il nome di Rocco (da Rog o Rotch), nacque con una croce vermiglia impressa sul petto. Intorno ai vent’anni di età perse entrambi i genitori: vendette allora tutti i suoi beni, si affiliò al Terz’ordine francescano e, indossato l’abito del pellegrino, fece voto di recarsi a Roma a pregare sulla tomba degli apostoli Pietro e Paolo. Bastone, mantello, cappello, borraccia e conchiglia sono i suoi ornamenti. Non è possibile ricostruire il percorso prescelto per arrivare dalla Francia nel nostro Paese: forse attraverso le Alpi per poi dirigersi verso l’Emilia e l’Umbria, o lungo la Costa Azzurra per scendere dalla Liguria il litorale tirrenico. Certo è che nel luglio 1367 era ad Acquapendente, una cittadina in provincia di Viterbo dove, ignorando i consigli della gente in fuga per la peste, Rocco chiese di prestare servizio nel locale ospedale mettendosi al servizio di tutti. Tracciando il segno di croce sui malati, invocando la Trinità per la guarigione degli appestati, San Rocco diventò lo strumento di Dio per operare miracolose guarigioni. Ad Acquapendente San Rocco si fermò per circa tre mesi fino al diradarsi dell’epidemia, per poi dirigersi verso l’Emilia Romagna dove il morbo infuriava con maggiore violenza, al fine di poter prestare il proprio soccorso alle sventurate vittime della peste. Peregrinando per l'Italia centrale si dedicò a opere di carità e di assistenza promuovendo continue conversione. L’arrivo a Roma è databile fra il 1367 e l’inizio del 1368, quando Papa Urbano V era da poco ritornato da Avignone. E’ del tutto probabile che il nostro Santo si sia recato all’ospedale del Santo Spirito, ed è qui che sarebbe avvenuto il più famoso miracolo di San Rocco: la guarigione di un cardinale, liberato dalla peste dopo aver tracciato sulla sua fronte il segno di Croce. Fu proprio questo cardinale a presentare San Rocco al pontefice: l’incontro con il Papa fu il momento culminante del soggiorno romano di San Rocco. La partenza da Roma avvenne tra il 1370 ed il 1371. Non è noto quale via abbia percorso, ma varie tradizioni segnalano la presenza del Santo a Rimini, Forlì, Cesena, Parma, Bologna. Certo è che nel luglio 1371 è a Piacenza presso l’ospedale di Nostra Signora di Betlemme. Qui proseguì la sua opera di conforto e di assistenza ai malati, finché scoprì di essere stato colpito dalla peste. Di sua iniziativa, o forse scacciato dalla gente, si allontanò dalla città e si rifugiò in un bosco vicino Sarmato, in una capanna vicino al fiume Trebbia. Qui un cane lo trovò e lo salvò dalla morte per fame portandogli ogni giorno un tozzo di pane, finché il suo ricco padrone seguendolo scoprì il rifugio del Santo. Intanto in tutti i posti dove Rocco era passato e aveva guarito col segno di croce, il suo nome diventava famoso. Tutti raccontano del giovane pellegrino che porta la carità di Cristo e la potenza miracolosa di Dio. Dopo la guarigione San Rocco riprende il viaggio per tornare in patria. E’ certo che si sia trovato, sulla via del ritorno a casa, implicato nelle complicate vicende politiche del tempo: in Lombardia, dopo essere stato arrestato presso Angera da alcuni soldati perché sospettato di spionaggio, San Rocco è condotto a Voghera davanti al governatore. Interrogato, per adempiere il voto non volle rivelare il suo nome dicendo solo di essere “un umile servitore di Gesù Cristo”. Gettato in prigione, vi trascorse cinque anni, vivendo questa nuova dura prova come un “purgatorio” per l’espiazione dei peccati. Quando la morte era ormai vicina, chiese al carceriere di condurgli un sacerdote; si verificarono allora alcuni eventi prodigiosi, che indussero i presenti ad avvisare il Governatore. Le voci si sparsero in fretta, ma quando la porta della cella venne riaperta, San Rocco era già morto: era il 16 agosto di un anno compreso tra il 1376 ed il 1379. San Rocco fu sepolto con tutti gli onori. Sulla sua tomba a Voghera cominciò subito a fiorire il culto al giovane Rocco, pellegrino di Montpellier, amico degli ultimi, degli appestati e dei poveri. Invocato nelle campagne contro le malattie del bestiame e le catastrofi naturali, il suo culto si diffuse straordinariamente nell'Italia del Nord, legato in particolare al suo ruolo di protettore contro la peste. Il Concilio di Costanza nel 1414 lo invocò santo per la liberazione dall'epidemia di peste, ivi propagatasi durante i lavori conciliari. Dal 1999 è attiva presso la Chiesa di San Rocco in Roma, dove per volontà di Papa Clemente VIII dal 1575 è custodita una Insigne Reliquia del Braccio destro di San Rocco. Oltre a quello romano, altri centri rocchiani sono: - l'Arciconfraternita Scuola Grande di Venezia, che ne custodisce il corpo; - il santuario di San Rocco della sua città natale di Montpellier; - l'Association Internationale che ha sede sempre in Montpellier e che aggrega e collega le diverse associazioni nazionali; - l'Associazione Nazionale San Rocco Italia che ha sede a Sarmato (PC), dove avvenne l'incontro col cane; - il Comitato Internazionale Studi Rocchiani che ha sede in Voghera (PV), località da cui prese avvio il culto; - l’Associazione Europea Amici di San Rocco, con lo scopo di diffondere il culto e la devozione verso il Santo della carità attraverso l’esempio concreto di amore verso i malati ed i bisognosi. Anche a Ostra Vetere esiste l’antica Confraternita di San Rocco che aveva sede presso l’ospedale al Borgo Santa Croce, aveva cessato la sua attività quando, con la legge del 17 agosto 1890 n. 6872 lo Stato unitario mirò a trasformare gli enti in Congregazioni di Carità, privando le Confraternite del loro patrimonio immobiliare e redditizio, che andava devoluto a scopi di pubblica beneficenza. Ma a meno di cento anni di distanza da quell'epoca, e quindi perfettamente in regola con le norme canoniche e giuridiche, la antica Confraternita di San Rocco a Montenovo torna a rinascere in occasione della processione del "Cristo Morto" di questo Venerdì Santo 1990 grazie al sostegno delle altre tre istituzioni consimili: Confraternita della Buona Morte, Confraternita del Santissimo Sacramento e Confraternita del Gonfalone. Proprio per la partecipazione alla sacra rappresentazione della Settimana di Passione, i confratelli tornano ad indossare la cappa "cerulea" ed il cappuccio bianco dell'antica divisa (26 - Guido Gregorini, Giuseppe Rocchetti, "L'antica Confraternita di san Rocco a Montenovo", Centro Cultura Popolare, Ostra Vetere 1990).

Da: http://www.santiebeati.it