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NoSanto del giorno 25 agosto San Genesio di Arles martire |
Domenica 25 Agosto 2013 00:00 |
La recensione piú antica degli Atti racconta che Genesio, "Arelatensis urbis indigena" è entrato giovanissimo nella milizia, vi ebbe l'ufficio di notarius o stenografo. Allo scoppio della persecuzione abbandonò improvvisamente il suo ufficio e fuggì, nascondendosi ai persecutori. Essendo catecumeno chiese il Battesimo, ma il vescovo non poté conferirglielo per la calamità dei tempi e per la sua troppo giovane età. Nella fuga fu sorpreso dai persecutori presso il Rodano: egli allora attraversò il fiume ma, sull'altra sponda, fu catturato e ucciso. I fedeli conservarono la memoria del luogo dove il martire mori, lasciandovi “cruoris vestigia” e trasportarono all'altra sponda i suoi resti. Si era nell’anno 303 circa, durante la persecuzione degli Augusti Massimiano e Diocleziano. Secondo la testimonianza di qualche manoscritto, questa passio fu composta "a s. memorie Paulino episcopo". Nel passato fu creduto che egli potesse identificarsi con il vescovo di Nola (m. 431), come ritenne il Ruinart (p. 602), o col vescovo di Béziersca. 400-419. Un altro testo di pari valore biografico, è un sermo sul martire, attribuito generalmente a un Euselius della Gallia. Recentemente però il Cavallin ha provato che la passio gli è posteriore e non può essere assegnata quindi a nessuno dei due "Paolino" indicati. Per quanta riguarda il vescovo di Nola,
in particolare, non pare di ritrovare nel testo della passio alcune caratteristiche di lui come agiografo né le finezze della sua prosa. Un rifacimento posteriore, infine, nulla aggiunge alle notizie sul martire. In ogni caso si deve accettare la testimonianza dell'agiografo, che dichiara di aver messo per iscritto la tradizione orale e di averla riprodotta con fedeltà ("haec omnia fidelitet atque ut gesta sunt, vel dicta vel comperta... agno scite"). Il racconto, infatti, povero di notizie, sembra averci conservato quella tradizione, giunta inalterata nelle grandi linee fino al secolo V. Due testimonianze letterarie di rilievo si riferiscono al culto del martire di Arles: di Prudenzio e di Venanzio Fortunato. Sebbene semplici menzioni del martire, i due passi, ricollocati nel contesto, presentano Genesio come il santo proprio della città di Arles: a somiglianza delle altre città di Gallia e di Spagna, recanti a Cristo il dono dei loro martiri, Arles offre, come suo, Genesio: Una serie di sarcofagi cristiani di Arles, tutti del secolo IV, raffigurano, all'angolo delle estremità teste imberbi. Secondo un'ipotesi del De Rossi e di Le Blant esse non sarebbero genericamente decorative, ma si riferirebbero al Genesio, con evidente allusione alla sua giovane età. Insieme con altre testimonianze, si ha notizia di pellegrinaggi alla tomba del santo, visitata da sant’Apollinare di Valenza e di miracoli ivi operati. La diffusione del suo culto in altre città della Gallia e di fuori ha dato motivo a "localizzazioni" e a successivi "sdoppiamenti" della figura di Genesio. Si conoscono gli omonimi seguenti: Genesio di Alvernia (iuxta Tigernense castellum); Genesio di Béziers; Genesio di Roma, mimo. Per taluni di questi possiamo esser sicuri o quasi, che si tratta del medesimo santo di Aries. Tale è il caso di Genesio Sciarensis: nel secolo XV si stabilí un convento minoritico presso Cartagine, che prese nome di "San Ginés de la Xara" per il preesistente culto del martire di Arles. Altrettanto può dirsi di Genesio di Cordova, commemorato nel tardo Martyr. Hispanum dell'erudito Giovanni Tamajo de Salazar: esso infatti proveniva dall'antico Breviario Mozarabico che conteneva anche un inno in onore di Genesio di Arles. Crediamo che qualcosa di somigliante sia pure avvenuto per Genesio di Alvernia, perché Gregorio di Tours racconta che il vescovo Avito costruì una basilica magna sulla tomba di Genesio, martire del luogo, dove si trovavano però anche le reliquie di Genesio di Arles. Si può credere che proprio queste reliquie abbiano creato l'opinione che Genesio fosse un santo del luogo, come è avvenuto in molti casi. Riteniamo ancora che Genesio di Béziers non sia altro che quello di Arles. Il fenomeno dello sviluppo del culto di un martire, che si trasforma in figure distinte di omonimi, con propria storia e fisionomia, trova una ulteriore significativa conferma, per Genesio di Arles, nella vicenda di Genesio il mimo, di Roma. Nel comune di Arcevia in provincia di Ancona una chiesa parrocchiale, che conserva il titolo abbaziale, e la frazione in cui sorge, sono dedicati a San Genesio e San Ginesio e Apollinare.
Da: http://www.santiebeati.it e http://www.sanminiato.chiesacattolica.it/toscana/san_miniato/00019254_I_Santi_Patroni.html |