San Roberto Bellarmino, vescovo e dottore della Chiesa, della Compagnia di Gesù, nacque a Montepulciano nel 1542, terzo di dieci fratelli in una numerosa famiglia di origini nobili. Suo padre era Vincenzo Bellarmino e sua madre, Cinzia Cervini, molto pia e religiosa, era sorella del cardinale Marcello Cervini, nato a Montefano in provincia di Macerata nelle Marche, che divenne papa Marcello II (1501-1555). Fu educato per desiderio della madre nel collegio gesuita della sua città natale, fondato da poco tempo; entrò all'età di diciotto anni nella Compagnia di Gesù, il 20 settembre 1560, ed ammesso alla prima professione religiosa il giorno dopo, nonostante il parere contrario del padre che preferiva per lui una carriera politica laica. Dal 1560 al 1563 studiò nel Collegio Romano a Roma, futura Pontificia Università Gregoriana, sede della scuola gesuita. Iniziò
successivamente a studiare materie umanistiche prima a Firenze e poi a Mondovì sempre in scuole del suo ordine religioso. Nel 1567 intraprese lo studio della teologia, dapprima a Padova e poi nel 1569 fu inviato a completare questi studi a Lovanio nelle Fiandre, dove poté acquisire una notevole conoscenza delle eresie più importanti del suo tempo. Dopo l’ordinazione sacerdotale avvenuta la Domenica delle palme del 1570 a Gand in Belgio, guadagnò rapidamente notorietà sia come insegnante sia come predicatore; in quest’ultima veste era capace di attirare al suo pulpito sia cattolici che protestanti, persino da altre aree geografiche. Iniziato l'insegnamento di teologia nel 1570 a Lovanio, fu richiamato nel 1576 in Italia da Papa Gregorio XIII che gli affidò la cattedra di “Controversie” da poco istituita nel Collegio Romano, cioè di Apologetica, attività che svolse fino al 1587. Era da poco tempo terminato il Concilio di Trento e la Chiesa Cattolica, attaccata dalla Riforma protestante aveva necessità di analizzare e verificare la propria identità culturale e soprattutto spirituale. L'attività e le opere di Roberto Bellarmino si inserirono proprio in questo contesto storico. Nel 1588 fu nominato "Direttore Spirituale" del Collegio Romano. Ma poco dopo nel 1590, fu inviato con la legazione del cardinale Gaetano, in qualità di teologo, che papa Sisto V aveva inviato in Francia per difendere la Chiesa Cattolica nelle difficoltà scaturite dalla guerra civile tra cattolici ed ugonotti. Quando la missione del cardinal Gaetano era oramai al termine, Bellarmino riprese nuovamente il suo lavoro come insegnante e padre spirituale. Ebbe la consolazione di guidare negli ultimi anni della sua vita san Luigi Gonzaga, che morì appena 23enne al Collegio Romano nel 1591 dopo aver contratto un male per salvare un uomo affetto da peste ed abbandonato per strada. Di lui negli anni successivi Bellarmino stesso promosse il processo di beatificazione. Nel 1592 Bellarmino divenne Rettore del Collegio Romano, funzione che svolse per circa due anni fino al 1594. Nel 1595 divenne Preposito della provincia di Napoli. Nel 1597 papa Clemente VIII lo richiamò a Roma e lo nominò suo consultore teologo, e inoltre "Esaminatore dei Vescovi e Consultore del Sant'Uffizio". Il 3 marzo 1599 il papa lo fece cardinale presbitero con il titolo di Santa Maria in Via, indicando la motivazione di questo incarico con le parole: La Chiesa di Dio non ha un soggetto di pari valore nell’ambito della scienza. A questo periodo risale anche la nomina, con il cardinale Girolamo Berneri domenicano e vescovo di Ascoli e per questo chiamato Cardinal d'Ascoli, ad assistente del cardinale Madruzzi, presidente della Congregazione “De Auxiliis”, congregazione istituita poco tempo prima dal papa per ricomporre la controversia recentemente sorta tra Tomisti e Molinisti a proposito della natura dell’armonia tra grazia efficace e libertà umana. Clemente VIII lo nominò il 18 marzo 1602 arcivescovo di Capua e volle consacrarlo con le sue mani, un onore che abitualmente i papi concedono come segno di stima speciale; il nuovo arcivescovo partì subito per la sua sede, e si distinse degnamente nel suo ministero, dedicandosi con premura al ministero pastorale nella Chiesa di Capua. Nel marzo 1605 Clemente VIII morì e gli succedette prima Leone XI che regnò per solo ventisei giorni, e poi Paolo V. Nel primo e nel secondo conclave, ma soprattutto in quest'ultimo, il nome di Roberto Bellarmino fu spesso dinanzi alle intenzioni degli elettori e un gruppo di cardinali tra i quali Baronio, Sfondrato, Aquaviva, Farnese, Sforza e Piatti si adoperarono per far eleggere il cardinale gesuita Bellarmino; ma questi era contrario tanto che saputo della sua candidatura rispose che avrebbe volentieri rinunciato anche al titolo cardinalizio; il suo appoggio durante il conclave sembra fosse rivolto verso il cardinal Baronio. L'accordo in conclave si trovò poi sul cardinale Camillo Borghese. Il nuovo Papa Paolo V, eletto con l'accordo delle maggiori potenze cattoliche, insistette nel tenerlo con sé a Roma, e il cardinale chiese che almeno egli fosse esonerato dal ministero episcopale le cui responsabilità egli non era più in grado di adempiere. A questo punto egli fu nominato membro del Sant’Uffizio e di altre congregazioni, e successivamente consigliere principale della Santa Sede nel settore teologico della sua amministrazione. Divenne un affermato teologo postridentino e, infine, a Roma si adoperò molto in difesa della Sede Apostolica e della dottrina della fede. Scrisse molte opere esegetiche, pastorali e ascetiche; fondamentali per l'apologetica sono i voluminosi libri «De controversiis». Con un'opera semplice nella struttura ma ricca di sapienza come il suo «Catechismo» fu "maestro" di tante generazioni di fanciulli. Famoso anche un altro suo volume «L'arte del ben morire». Egli visse ancora per assistere ad un altro conclave, quello che elesse Gregorio XV nel febbraio 1621. La sua salute stava rapidamente declinando e nell’estate dello stesso anno gli fu permesso di ritirarsi a Sant’Andrea al Quirinale sede del noviziato dei gesuiti, per prepararsi al trapasso. Qui spirò la mattina del 17 settembre 1621 a Roma. Poco dopo la sua morte la Compagnia di Gesù ne propose la causa di beatificazione che ebbe effettivamente inizio nel 1627 durante il pontificato di Urbano VIII, quando gli fu conferito il titolo di venerabile. Tuttavia un ostacolo di natura tecnica, proveniente dalla legislazione generale sulle beatificazioni, emanata da Urbano VIII, comportò una dilazione. Poi l'iter si arenò e la causa fu reintrodotta in numerose occasioni negli anni 1675, 1714, 1752, 1832: nonostante ad ogni ripresa la grande maggioranza dei voti fosse favorevole alla sua beatificazione, l'esito positivo arrivò solamente dopo molti anni. Il motivo fu in parte legato al carattere influente di alcuni prelati che espressero parere negativo, come il cardinale e santo Gregorio Barbarigo, il cardinale domenicano e tomista Girolamo Casanate, il famoso cardinale Decio Azzolino juniore nel 1675, il potente cardinale Domenico Passionei nel 1752, quest'ultimo in particolare in frequente contrasto con i gesuiti e vicino alle tesi gianseniste opposte alla tesi molinista della grazia efficace. Roberto Bellarmino è stato beatificato il 13 maggio 1923 durante il pontificato di Pio XI e fu canonizzato il 29 giugno 1930. Più breve è stato quindi il processo di canonizzazione e rapida la nomina a Dottore della Chiesa conferitagli il 17 settembre 1931 sempre da parte di Pio XI. È santo patrono dei catechisti, degli avvocati canonisti. Fonte: www.sanrobertobellarmino.it
Da: http://www.santiebeati.it |