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Santo del giorno 23 settembre San Lino papa e martire PDF Stampa E-mail
Lunedì 23 Settembre 2013 00:00

Santo del giorno 23 settembre San Lino papa e martireDopo san Pietro c’è subito lui: Lino, secondo capo della Chiesa, primo papa italiano dal 67 c. al 76 c. Secondo il Liber Pontificalis sarebbe stato di origine toscana, nato a Volterra, mentre secondo tradizioni più tarde, avrebbe studiato a Volterra e sarebbe stato inviato a Roma per i suoi studi. Lì avrebbe incontrato Pietro da cui sarebbe stato convertito: così dicono vari studiosi e il grande Cesare Baronio, lo storico cinquecentesco della Chiesa. A essi si unirà, il 24 settembre 1964 in San Pietro, Paolo VI, dicendo all’udienza generale: "Abbiamo con noi un gruppo di Volterra... La diocesi sorella... Sì, questo titolo le spetta, perché con san Lino ha dato alla Chiesa l’immediato successore di Pietro, il secondo papa". In realtà sappiamo poco di Lino. Ignoti gli anni di nascita e di morte, la gioventù e gli studi. Uno dei Padri della Chiesa, sant’Ireneo vescovo di Lione (II secolo), che ha lasciato una testimonianza attendibile sui primi dodici vescovi fra cui figura Lino, identificato come la persona di cui parla San Paolo nella seconda lettera a Timoteo, dice che Pietro e Paolo affidarono a Lino responsabilità importanti e la cura episcopale della Chiesa fondata a Roma e che san Paolo Apostolo lo ricorda come suo compagno e cita proprio lui nella seconda lettera a Timoteo: "Ti salutano Eubulo, Pudente, Lino, Claudia e tutti i fratelli...". Fu scelto da San Pietro quale suo successore come vescovo di Roma, dove esercitò il suo ministero per undici anni o dodici anni a seconda delle fonti. Gli sono attribuiti gli Atti apocrifi di San Pietro e Paolo e la Disputa con Simon Mago. Lino visse tempi terribili con i cristiani di Roma. Nell’estate del ’64 un incendio distrusse i tre quarti dell’Urbe, e se ne incolpò l’imperatore Nerone. Forse fu una calunnia dei suoi molti nemici: ma lui reagì col diversivo della persecuzione generale contro i cristiani. E a essi giunse l’incoraggiamento di san Pietro nella sua prima lettera: "Non vi sembri strana la prova del fuoco sorta contro di voi... anzi, rallegratevi per la parte che voi venite a prendere alle sofferenze di Cristo". Anche san Pietro morì in questa persecuzione (forse nel ’67) e gli succedette Lino in tempo di delitto e di tragedia. Nerone morì nel ’68 (si fece trafiggere da un servo) e nello stesso anno ci fu una strage di successori: Galba, sgozzato nel Foro; Ottone suicida; Vitellio linciato dai romani. Solo con Vespasiano, nel ’69, arrivarono ordine e pace in Roma. Ma era scoppiata in Palestina la rivolta contro il dominio romano: la “guerra giudaica”, che finì nel settembre ’70 con Gerusalemme occupata dalle truppe di Tito (figlio di Vespasiano) e col tempio profanato e distrutto: vicende laceranti per gli ebrei e anche per i cristiani e, per certuni, segnali di calamità universali imminenti, di una ben vicina fine del mondo. Lino venne chiamato in questi suoi anni di pontificato a rianimare i fedeli, a orientarli nella confusione dottrinaria provocata dall’opera di gruppi settari. E’ lui quello che deve tenere unita la Chiesa sotto l’uragano: e comincia a delinearne la forma organizzata, la “struttura”: sappiamo per esempio che ha nominato vescovi e preti, e ha dato regole alla pratica comune della fede. Si attribuisce a lui anche l’obbligo per le donne di partecipare alla celebrazione eucaristica col capo coperto. Sarà anche venerato come martire, a causa delle sofferenze durante la persecuzione neroniana, e sarebbe morto martire sotto Domiziano; ma non è certo che sia stato ucciso, perché secondo altri autori nel tempo della sua morte (la data non è certa) la Chiesa viveva in pace sotto il governo di Vespasiano.

Da: http://www.santiebeati.it