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Santo del giorno 24 settembre San Terenzio vescovo di Pesaro e martire PDF Stampa E-mail
Martedì 24 Settembre 2013 00:00

Santo del giorno 24 settembre San Terenzio vescovo di Pesaro e martireSan Terenzio, patrono di Pesaro, era originario della Pannonia (ora Ungheria), già conquistata dai romani fin dall'anno 7 di Cristo. Per sfuggire la persecuzione comandata dagli Imperatori contro i seguaci del Nazzareno, egli partì dalla sua patria approdando alle rive del mare Adriatico. Dopo diverse vicende, avviatosi per andare a Roma venne ucciso per motivo della Fede Cristiana in una località detta «acqua mala», in vicinanza di Pesaro fra il 247 ed il 255, con più probabilità verso il 251. Riguardo al luogo del suo martirio, mentre alcuni ritengono che avvenisse non molto lungi dalla città, presso i suoi confini, dando valore ad una tradizione, secondo la quale san Terenzio subì il martirio nei pressi della Badia di San Tomaso in Foglia, posta appunto sul confine territoriale fra Pesaro ed Urbino. Tale tradizione è avvalorata dalla esistenza in quei posti (e precisamente nella Colonìa Stefani, nei limiti della Parrocchia di Sant’Angelo) di una polla perenne di acqua sulfurea, che non solo zampilla anche nelle più grandi siccità, ma che più volte deviata o distrutta è tornata sempre a risgorgare. E' chiamata "l'Acqua di san Terenzio" perché si ritiene che qui sia stato ucciso il Santo patrono ed il suo corpo venisse poi gettato nel vicino gorgo dell'«acqua mala», che ora più non esiste perché il vallone fu riempito nei successivi lavori agricoli. Teofilo Betti nella sua "Cronistoria Vescovile" dice che il corpo del santo martire fu seppellito dal vescovo san Florenzio fuori della città, probabilmente vicino a Caprile, luogo che i vecchi documenti chiamano Valle di San Terenzio. In ordine cronologico seguirono poi successive traslazioni: in epoca indeterminata il corpo del santo fu trasferito nella cripta della basilica di San Decenzio, primitiva cattedrale, così come l'affresco del patrono, tutt'ora esistente, sembra dimostrarlo; verso la metà del VI secolo fu poi trasferito nella cripta della nuova cattedrale, eretta dal vescovo Felice.

Da: http://www.santiebeati.it