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Santo del giorno 10 novembre San Leone I Magno papa e dottore della Chiesa PDF Stampa E-mail
Domenica 10 Novembre 2013 00:00

Santo del giorno 10 novembre San Leone I Magno papa e dottore della ChiesaNato in Toscana, fu dapprima a Roma solerte diacono e Arcidiacono (430), consigliere dei papi Celestino I e Sisto III, venne inviato dall’imperatore Valentiniano III a pacificare le Gallie, dove c’era quasi una guerra civile tra le due più alte autorità romane: il generale Ezio e il prefetto del pretorio Albino. Il potere imperiale era così debole, che per pacificarli l’imperatore dovette mandare un uomo di Chiesa: il diacono romano Leone. Questi va e riconcilia i due. Poi apprende che papa Sisto III è morto e che è stato già eletto lui, Leone, elevato alla cattedra di Pietro nel 440 circa. Nei suoi 21 anni di pontificato passano 4 imperatori: uno cacciato subito (Avito) e gli altri ammazzati: Valentiniano III, Petronio Massimo e Maggioriano. L’Impero è in agonia e la giovane Chiesa è travagliata da scontri dottrinali e discordie. Con l’energia e la persuasione, Leone rafforzò in Occidente l’autorità della Sede di Pietro, e affrontò duri contrasti in dottrina. Fu un papa energico, avversò le sopravvivenze del paganesimo; combatté manichei e priscillanisti. Intervenne d’autorità nella polemica cristologica che infiammava l’Oriente, convocando il concilio ecumenico di Calcedonia, nel quale si proclamava l’esistenza in Cristo di due nature, nell’unica persona del Verbo, dove sostenne strenuamente attraverso i suoi legati la retta dottrina sull’incarnazione di Dio. L’abate orientale Eutiche, influente a Costantinopoli, sostiene che in Cristo esiste una sola natura (monofisismo), contro la dottrina della Chiesa sulle due nature, distinte ma non separate, nella stessa persona. E ottiene che l’imperatore Teodosio convochi nel 449 un concilio a Efeso (Asia Minore). Ma qui parlano solo gli “eutichiani”, senza ascoltare i legati di Leone, e acquistando nuovi proseliti. Negando validità a questo concilio, il Papa persuade il nuovo imperatore Marciano a indirne un altro nel 451. E questo è il grande concilio di Calcedonia (presso Bisanzio), quarto ecumenico, che approva solennemente la dottrina delle due nature. Non tutti però ne accettano le decisioni, e ci sono gravi disordini, soprattutto in Palestina. Intanto l’Occidente vive tempi di terrore. L’Impero non ha più un vero esercito; e gli Unni di Attila, già battuti da Ezio nel 451, si riorganizzano in fretta, piombano sull’Alta Italia nel 452. Lo Stato impotente chiede a papa Leone di andare da Attila con una delegazione del Senato. Così nel 452 fu designato dal debole imperatore Valentiniano III a guidare l’ambasceria romana inviata ad Attila. S’incontrano presso Mantova, e Leone convince il capo unno a lasciare l’Italia, anche col pagamento di un tributo (la leggenda parlerà poi di una visione celeste che terrorizza Attila). I particolari della missione furono oscuri: è solo che il re degli Unni, dopo l’incontro con la delegazione abbandonò l’Italia. Tre anni dopo, i Vandali d’Africa sono davanti a Roma col re Genserico. E quando questi nel 455 entrò in Roma, a difendere gli inermi c’è solo Leone, che ottiene dai Vandali il rispetto della vita degli abitanti ed evita l’incendio, ma non poté impedire l’atroce saccheggio dell’Urbe. E' un romano antico (forse anche di nascita) che ha incontrato Cristo, e che sente fortemente la responsabilità di successore di Pietro. Dotato di un alto concetto del pontificato romano, fece rispettare ovunque la primazia del vescovo di Roma; chiede obbedienza ai vescovi, ma li sostiene col consiglio personale, li orienta in dottrina, nello splendido latino dei suoi scritti, per "tenere con costanza la giustizia" e "offrire amorosamente la clemenza", poiché "senza Cristo non possiamo nulla, ma con Lui possiamo tutto". Compose anche preghiere contenute nel “Sacramentario Veronese”. Non si hanno notizie sugli ultimi tempi della sua vita. Il Liber pontificalis dice che governò 21 anni, un mese e 13 giorni. Riposò nel Signore a Roma, dove in questo giorno fu deposto presso san Pietro. I suoi romani lo chiamano “Leone Magno”, il Grande. E’ il primo papa che ebbe l’appellativo di Magno (Grande). Benedetto XIV, nel 1754 lo proclamò dottore della Chiesa.

Da: http://www.santiebeati.it