Santo del giorno 11 novembre San Martino di Tours vescovo |
|
|
|
Lunedì 11 Novembre 2013 00:00 |
Nato da genitori pagani in Pannonia, nel territorio dell’odierna Ungheria, a Sabaria, venne istruito sulla dottrina cristiana ma non venne battezzato. Figlio di un ufficiale dell'esercito romano, si arruola a sua volta, giovanissimo, nella cavalleria imperiale, prestando poi servizio in Gallia. È in quest'epoca che si colloca l'episodio famosissimo di Martino a cavallo, quando era ancora catecumeno, che con la spada taglia in due il suo mantello militare, per difendere dal freddo Cristo stesso celato nelle sembianze di un povero mendicante. Ricevuto il battesimo forse ad Amiens, lasciò
l'esercito nel 356, raggiunse a Poitiers il dotto e combattivo vescovo Ilario conosciuto alcuni anni prima, che lo ordinò esorcista (un passo verso il sacerdozio). Per la sua posizione di prima fila nella lotta all’arianesimo, che aveva il sostegno della Corte, il vescovo Ilario viene esiliato in Frigia (Asia Minore); e quanto a Martino si fatica a seguirne la mobilità e l’attivismo, anche perché non tutte le notizie sono ben certe. Fa probabilmente un viaggio in Pannonia, e verso il 356 passa anche per Milano. Più tardi lo troviamo in solitudine alla Gallinaria, un isolotto roccioso davanti ad Albenga, già rifugio di cristiani al tempo delle persecuzioni. Di qui, dopo alcuni viaggi Martino torna in Gallia, dove viene ordinato prete da Ilario, rimpatriato nel 360 dal suo esilio. Nel 361 fonda a Ligugé (a dodici chilometri da Poitiers) una comunità di asceti, che è considerata il primo monastero databile in Europa e condusse vita monastica nel cenobio da lui stesso fondato, sotto la guida di sant’Ilario di Poitiers. Nel 371 viene eletto vescovo di Tours e manifestò in sé il modello del buon pastore, fondando altri monasteri e parrocchie nei villaggi, istruendo e riconciliando il clero ed evangelizzando i contadini. Per qualche tempo, tuttavia, risiedette nell'altro monastero da lui fondato a quattro chilometri dalla città, e chiamato Marmoutier. Da qui intraprende la sua missione ultraventennale azione per cristianizzare le campagne: per esse Cristo è ancora "il Dio che si adora nelle città". Non aveva la cultura di Ilario, e un po’ rimase il soldato sbrigativo che era, come quando abbattè edifici e simboli dei culti pagani, ispirando più risentimenti che adesioni. Ma l’evangelizzazione riesce perché l’impetuoso vescovo si fece protettore dei poveri contro lo spietato fisco romano, promuovendo la giustizia tra deboli e potenti. Con lui le plebi rurali rialzarono la testa. Sapere che c’era lui faceva coraggio. Questo spiega l’enorme popolarità in vita e la crescente venerazione successiva. Quando muore a Candes, verso la mezzanotte di una domenica, si disputano il corpo gli abitanti di Poitiers e quelli di Tours. Questi ultimi, di notte, lo portano poi nella loro città per via d’acqua, lungo i fiumi Vienne e Loire. La sua festa si celebrerà nell’anniversario della sepoltura, e la cittadina di Candes si chiamerà Candes-Saint-Martin. Quattromila chiese sono dedicate a lui in Francia, e il suo nome venne dato a migliaia di paesi e villaggi; come anche in Italia, in altre parti d’Europa e nelle Americhe. Un altare a San Martino venne dedicato anche nella chiesa di San Francesco al Mercatale di Montenovo (oggi Ostra Vetere) e di cui all’immagine dell’affresco, parzialmente danneggiato e restaurato.
Da: http://www.santiebeati.it |