Santo del giorno 12 novembre Santi Benedetto, Giovanni, Matteo, Isacco e Cristiano monaci protomartiri della Polonia |
|
|
|
Martedì 12 Novembre 2013 00:00 |
Nonostante siano purtroppo sconosciuti al grande pubblico, i santi Benedetto, Giovanni, Matteo ed Isacco, monaci camaldolesi, sono stati i primi cristiani ad avere avuto il privilegio di testimoniare la loro fede versando il sangue in terra polacca. Esistono principalmente due fonti utili per ricostruire la vicenda di questi martiri: la prima è costituita dal racconto di San Bruno (o Bonifacio) di Querfurt, amico di Benedetto, che non appena apprese dell’accaduto raccolse numerose testimonianze in Polonia, mentre la seconda è di uno scrittore successivo, Cosmas di Praga. Benedetto nacque in Campania a Benevento intorno all’anno 970. Scoperta la vocazione religiosa del figlio, i genitori riuscirono a farlo ordinare sacerdote all’età di soli 18 anni e divenire anche canonico. Ma il giovanissimo prete, compresa la gravità morale della situazione, desiderò espiare quella colpa prima ritirandosi in un monastero napoletano, poi intraprendendo la vita eremitica sul monte Soratte presso Roma e quindi a Montecassino. L’incontro che si rivelò decisivo per la sua vita fu però quello che ebbe con San Romualdo a Ravenna. Qui il fondatore dei camaldolesi lo invitò ad entrare nel suo nuovo ordine e
nell’ottobre 1001, su richiesta dell’imperatore Ottone III, lo prescelse per l’attività di evangelizzazione della Pomerania. Fu così che Benedetto, coadiuvato dal confratello Giovanni da Cervia e da tre novizi polacchi, Matteo, Isacco e Barnaba, iniziò febbrilmente il suo apostolato, non prima però di essere accolto calorosamente alla corte di Boleslao I in Polonia occidentale, ove poté meglio conoscere la cultura slava e la nuova lingua. Fu proprio il duca a donare loro un nuovo eremo a Kazimierz, presso Gniezno sul fiume Warta in Polonia. Proprio in tale eremo il 12 novembre 1003 si consumò il tragico eccidio: Benedetto, Giovanni, Matteo e Isacco furono sgozzati di notte da alcuni briganti rapinatori pagani per derubarli di dieci libbre d’argento che il principe polacco Boleslao aveva loro consegnato come dono per il Papa. Insieme con loro si commemora anche il loro servo Cristiano, impiccato nel recinto della chiesa. Si salvò solamente il novizio Barnaba che aveva anticipato di qualche giorno il viaggio a Roma. Venerati subito come santi, l’eremo divenne meta di ininterrotti pellegrinaggi, anche se le loro reliquie vennero poi traslate Olomouc. Il pontefice Giulio II confermò il loro culto nel 1508 ed ancora oggi il Martyrologium Romanum commemora questi cinque intrepidi testimoni della fede nell’anniversario della loro morte
Da: http://www.santiebeati.it |