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Santo del giorno 4 aprile Pasqua di Resurrezione PDF Stampa E-mail
Domenica 04 Aprile 2021 00:00

Santo del giorno 4 aprile Pasqua di ResurrezioneLa Pasqua è il culmine della Settimana Santa, è la più grande solennità per il mondo cristiano, e prosegue poi con l’Ottava di Pasqua e con il Tempo liturgico di Pasqua che dura 50 giorni, inglobando la festività dell’Ascensione, fino all’altra solennità della Pentecoste. La Risurrezione è la dimostrazione della divinità di Gesù, non uno dei numerosi miracoli fatti nel corso della sua vita pubblica, a beneficio di tante persone che credettero in Lui; questa volta è Gesù stesso, in prima persona che indica il valore della sofferenza, comune a tutti gli uomini e che, trasfigurata dalla speranza, conduce alla Vita Eterna per i meriti della Morte e Resurrezione di Cristo. Per il cristianesimo, la Pasqua è la solennità delle solennità. La festa delle feste per il mondo cristiano. La festa più grande per il cristiano. Il termine greco pascha è la traslazione dell’aramaico phaskha, che corrisponde all’ebraico pesakh. la parola pesakh viene usata con diversi significati. Indica: la festa di pasqua (Es 12,11), che si celebrava tra il 14 e 15 Nisan (Ez 12, 11); l’agnello che veniva immolato in occasione della festa (Es 12, 5. 21); la settimana pasqua-azzimi, dalla sera del 14 Nisan al 21 Nisan, con l’annessa festa ottavaria dei Mazzot, ossia degli azzimi, unificati nel periodo dell’esilio (Lv 23 6-8). L’origine della festa di pasqua è legata alla vita nomade, in corrispondenza del cambio annuale del pascolo, come protezione contro i demoni. In seguito, è stata messa in relazione con l’evento dell’esodo dall’Egitto (Es 12, 21-23); registrando nel tempo diverse modifiche, specialmente quella della riforma di Giosia (621 a.C.), che, da festa delle singole famiglie, venne limitata a Gerusalemme e legata al culto del tempio (Dt 16, 1-6); assumendo, infine, il carattere di pellegrinaggio, come le altre feste (pentecoste e dei tabernacoli). All’epoca del NT, era la festa più importante dell’anno ebraico. Richiamava a Gerusalemme moltissimi pellegrini di tutto il mondo giudaico (Lc 2, 41; Gv 11, 55). Il banchetto pasquale veniva consumato nelle case private a gruppetti di almeno 10 persone, e cominciava la sera dopo il tramonto del 15 Nisan. La rituale preparazione dell’uccisione degli agnelli avveniva il pomeriggio del 14 Nisan, nel cortile del tempio, ed eseguita dai rappresentanti dei singoli gruppi partecipanti; ai sacerdoti spettava solo aspergere col sangue degli agnelli l’altare dei sacrifici. La festa commemorava la liberazione dalla schiavitù d’Egitto ed esprimeva la gioia per la libertà conquistata, nella prospettiva della redenzione futura da parte del Messia. Tutti e quattro i vangeli sono d’accordo nel collocare gli ultimi episodi di Gesù - l’ultima cena, l’arresto, l’interrogatorio e la condanna – si sono svolti nel periodo della pasqua (Mc 14; Mt 26-27; Lc 22-23; Gv 18-19). È facile il parallelo tra la Pasqua di liberazione del Cristo Messia con quella profetizzata da Mosè nell’Esodo: come Jahvé liberò Israele dalla schiavitù d’Egitto, così Cristo libera il genere umano dalla schiavitù spirituale del peccato e dalla morte.

estratto da: http://www.santiebeati.it

da Centro Cultura Popolare