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Santo del giorno 31 maggio: Santa Battista (Camilla) Varano principessa clarissa francescana PDF Stampa E-mail
Lunedì 31 Maggio 2021 00:00

Santo del giorno 31 maggio: Santa Battista (Camilla) Varano principessa clarissa francescanaFiglia del principe Giulio Cesare Da Varano, signore di Camerino, sostenitore delle arti, abile nelle armi, buon diplomatico, generoso con il popolo, vendicativo con i nemici e dedito alle avventure sentimentali. Il principe a vent’anni si era sposato con la dodicenne Giovanna, figlia di Sigismondo Malatesta di Rimini, dalla quale ebbe successivamente tre figli ma, non disdegnando altri legami amorosi, aveva avuto altri cinque figli illegittimi, i quali comunque furono educati a corte insieme agli altri tre. Ed fu dall’unione con la nobildonna Cecchina di Mastro Giacomo che nacque Camilla il 9 aprile 1458, primogenita di tutti i figli. Cresciuta ed educata nel palazzo paterno, assimilò anche lo spirito guerriero del padre, dedicando il suo tempo alle gioie giovanili come suonare, ballare, cantare e fare pazzie, così come lo racconta lei stessa nella sua autobiografia. Aveva da bambina fatto un voto, dopo aver ascoltato una predica del francescano Domenico da Leonessa, di versare una lacrima ogni venerdì in ricordo della Passione di Gesù. Ma questo voto mal si conciliava con la vita frivola e gioiosa che conduceva, perciò quando non le riusciva di versarla, ci rimaneva male per tutta la settimana. Diciottenne, pensò di ritirarsi a vita religiosa, ma in lei si accese una lotta, perché si sentiva attratta anche dalla vita gaudente e mondana. Passate e vinte le tentazioni, decise per il chiostro, ma sorsero però difficoltà da parte del padre, il quale negò con caparbietà l’assenso, Camilla si ammalò per sette mesi, non accettando la volontà paterna che la osteggiava in ogni modo. Passarono così due anni, durante i quali ricevette anche visioni celestiali, perché aveva ormai raggiunto una maturità e intensità spirituale verso Cristo; alla fine il principe acconsentì e il 14 novembre 1481, Camilla poté vestire l’abito francescano nel monastero di Santa Chiara di Urbino, prendendo il nome di suor Battista. Il principe suo padre non si arrese alla lontananza e dopo aver comprato il monastero degli Olivetani, vicino Camerino, lo donò alle autorità francescane per farne un convento di clarisse, il cui nucleo doveva venire da Urbino. Suor Battista fu una delle nove suore prescelte che il 4 gennaio 1484, sotto una grossa nevicata, fecero il loro ingresso con il concorso del popolo e di tutta la corte del principe. Seguirono anni di grande misticismo, la Passione di Cristo continuò ad essere il suo punto di riferimento, specie sui dolori del suo Cuore umano-divino, e i suoi elevati pensieri mistici li scrisse in un libro “I dolori mentali di Gesù nella sua passione”, che divenne la guida per le meditazioni di futuri grandi santi. Nei 1502 Cesare Borgia, chiamato ‘duca Valentino’, nell’intento di unificare l’intero territorio pontificio sotto il governo del papa Alessandro VI, suo padre, attaccava con la forza quelle Signorie locali, che non si sottomettevano volontariamente. Il principe Da Varano mise al sicuro il figlio minore a Venezia con le donne, mentre con gli altri figli organizzava la resistenza di Camerino. Suor Battista, insieme a un’altra consorella di nobile casato, dovette fuggire prima a Fermo e poi nel Regno di Napoli ad Atri. Lì le raggiunsero le notizie che Cesare Borgia aveva fatto strangolare il padre a Pergola e il giorno dopo i suoi fratelli Annibale, Pirro e Venanzio nella rocca di Cattolica. Passata la bufera dei Borgia al potere, suor Battista ritornò a Camerino, in cui era stata ripristinata la Signoria Da Varano con il giovane fratello Giovanni Maria e lì rimase fino alla morte come badessa, divenendo un punto di riferimento per tutti, autorità civili e religiose ed elevandosi sempre più nell’unione intima con Dio. Camilla Battista morì a Camerino il 31 maggio 1524, durante un’epidemia di peste, i funerali si svolsero nel cortile del palazzo paterno. Papa Gregorio XVI ne ha riconosciuto il culto e il titolo di beata il 7 aprile 1843, Benedetto XVI l’ha iscritta nel canone dei santi il 17 ottobre 2010.

estratto da: http://www.santiebeati.it

da Centro Cultura Popolare