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NoSanto del giorno 7 giugno: San Godescalco Re dei Vendi martire |
Lunedì 07 Giugno 2021 00:00 |
Figlio del duca Udo o Utone, che ancora nei primi anni dell'imperatore Corrado II governava gli Obodriti e i Vagri, Godescalco venne educato sin dalla nascita nella religione cristiana, dapprima in famiglia, quindi nel monastero di San Michele a Liineburg. Alla morte del padre, assassinato per mano di un sassone che voleva vendicarsi della tirannia e della crudeltà di Udo, qualificato peraltro dal cronista Adamo di Brema come male christianus, Godescalco, sacrificando la sua fede alla vendetta, abiurò al Cristianesimo e, postosi alla testa della sua gente, si unì ad altri principi pagani per andare contro i Sassoni. Combatté a lungo contro di essi, portando nella loro terra distruzioni e morte, finché, cedendo al rimorso per tanti dolori e rovine arrecati, si arrese al duca di Sassonia Bernardo II, il quale, dopo averlo tenuto prigioniero per qualche
tempo, lo spedì in Danimarca. Postosi quivi al servizio del re Canuto II il Grande, andò con lui a combattere in Inghilterra (circa il 1030), dove si comportò da valoroso, facendosi ammirare anche per le sue ottime qualità, tanto da conquistare tutta la stima e la considerazione del re, di cui sposò in seguito la pronipote Syritha. Dopo la morte di Canuto (1035) e di suo figlio Harold Hanfoot (1040), Godescalco tornò nella terra natale e, messo insieme un esercito con la sua gente, intraprese la conquista delle altre popolazioni slave (Obodriti, Pòlabi, Vagri, Liutizi, ecc.), che ben presto sottomise tutte al suo dominio, facendosi in pari tempo riconoscere come loro signore anche da gran parte dei Sassoni. Con le sue conquiste, Godescalco riuscì a formare nel 1043 un vasto e ben organizzato regno, per cui non ci fu allora tra gli slavi sovrano più potente di lui, come lasciò scritto il succitato Adamo di Brema. Ritornato nuovamente al Cristianesimo sin dal tempo della sua prima dimora in Danimarca, Godescalco favorì grandemente l'evangelizzazione del popolo, facendo costruire nei suoi domini molte chiese e ordinare sacerdoti, adoperandosi sempre senza posa per la conversione dei suoi sudditi ancora idolatri. Per conservare poi tra loro il fervore della fede cristiana, fondò i vescovati di Oldenburg, di Mecklenburg e di Ratzenburg, istituì numerosi monasteri in varie altre città ed inviò fin nelle più lontane regioni del suo vasto stato (corrispondenti alle odierne Pomerania e Holstein) schiere di missionari, tra i quali si distinse per zelo apostolico Giovanni lo Scozzese, che da solo battezzò migliaia di pagani. Con questi missionari viaggiava sovente lo stesso Godesalco, facendo talvolta anche da interprete durante la loro predicazione. Uno zelo cosi ardente in favore della diffusione della religione cristiana non poteva ottenere miglior premio della corona del martirio, che Godescalco, il pio re, cinse infatti il 7 giugno 1066, allorché cadde vittima di una violenta reazione pagana (interfectus est a paganis) e fu ucciso in odio alla fede cattolica a Lenzen sull'Elba, mentre si trovava in chiesa. Con lui subirono la stessa gloriosa sorte il sacerdote Ebbone (o Eppone), che fu addirittura trucidato sull'altare, e molti altri ecclesiastici e laici. Venerato subito come santo, Godescalco ebbe culto pubblico in moltissime chiese dell'Europa settentrionale; se ne celebra la festa il 7 giugno, giorno commemorativo del suo martirio.
estratto da: http://www.santiebeati.it da Centro Cultura Popolare |