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NoSanto del giorno 12 giugno: Sant'Anna Kasinskaja Principessa di Pskov e monaca |
Sabato 12 Giugno 2021 00:00 |
Anna era figlia del Principe Dimitrij Borisovic di Rostov. Fin dai primi anni di vita venne educata ai dettami cristiani sotto la guida di sant’Ignazio vescovo di Rostov. Divenuta giovinetta Anna andò in sposa a Mikhail di Tver. Il matrimonio ebbe luogo l’8 novembre 1294 nella cattedrale Preobrazenskij di Tver. Anna e Mikhail ebbero 5 figli: Feodora (morta in tenera età dopo una breve malattia), Dimitrij, Alessandro, Kostantin e Basiglio. Tver venne fondata (i primi documenti risalgono al 1164) dai mercanti provenienti da Novgorod sulle rotte commerciali che univano la Russia settentrionale all’impero bizantino e divenne parte integrante del Principato di Vladimir - Suzdal nel 1209. Il Principato di Tver si trasformò velocemente in uno dei più ricchi e popolosi Stati Russi in quanto il territorio era difficilmente accessibile dalle
incursioni tatare a causa di paludi e fitti boschi. Nel 1295 la città fu distrutta da un terribile incendio e un anno dopo, un secondo incendio distrusse il palazzo dei Principi che si salvarono a stento. Anna, donna pacata e intelligente era molto amata dal popolo, pregava, faceva penitenza, si dedicava ai poveri, agli ammalati, agli orfani e alla famiglia alla quale dispensava sempre incoraggiamenti e consigli con amore e profondo credo religioso. Nel 1317 iniziarono i conflitti con il Principe Jurij di Mosca e l’anno successivo Mikhail dovette partire con le sue truppe alla volta di Saraj ma venne catturato dall’Orda d’Oro (tribù Turco-Mongola) e orrendamente assassinato. Prima della partenza si congedò dalla famiglia e rivolto ai figli disse loro: “Custodite vostra madre e prendete esempio da lei, se lei fa una cosa, fatela anche voi”. Anna apprese solo sette mesi dopo della morte del marito e faticò non poco per riportare a casa i poveri resti che vennero sepolti nella Cattedrale che li vide sposi. Rimasta vedova Anna si trasferì per un certo periodo a casa del figlio Kostantin ma poi decise di rifugiarsi “nel silenzio e nel lavoro per Dio”. Prese i voti nel monastero di Santa Sofia di Tver e adottò il nome di Eufrosinija. Nel 1325 al figlio Dimitrij e nel 1339 anche ad Alessandro toccò la stessa orrenda sorte del padre. Più tardi (era l’anno 1365) l’unico figlio rimasto Basiglio per convincere la madre a trasferirsi nel proprio Principato le disse: “Tutta la città brama di vedere il tuo volto angelico”. Ella acconsentì e si ritirò nel monastero Uspenkij di Kasin questa volta con il nome di Anna. In monastero si distinse per la severa ascesi e la capacità di consigliare e soccorrere quanti le chiedevano aiuto. Non è nota la data di nascita di sant’Anna ma si sa che morì in età avanzata il 2 ottobre 1368 e fu seppellita nella Cattedrale della Beata Vergine. Per alcuni secoli la santa venne dimenticata, ma dopo la sua apparizione ad un fedele durante l’assedio di Kasin da parte delle truppe lituane Anna disse che avrebbe pregato il Salvatore e la Madre di Dio per la liberazione della città. Nel 1649 venne finalmente canonizzata dalla Chiesa Ortodossa Russa, ma, ventotto anni più tardi nel 1677 sant’Anna venne decanonizzata in quanto, dopo la Riforma del Patriarca Nikon (1656) risultò troppo venerata dai Vecchi Credenti e nelle icone veniva sempre raffigurata nell’atto di compiere il segno della croce con due dita tese, così come voleva il vecchio rituale ortodosso invece che con tre. Nonostante le autorità ecclesiastiche avessero cercato più volte di “correggere” la posizione delle dita della santa che, rimaste incorrotte, nel tempo ritornavano sempre al punto di prima, il 7 novembre 1908 sant’Anna venne nuovamente e definitivamente canonizzata dal Sacro Sinodo, fissandone la memoria liturgica al 12 giugno. Nello stesso anno, in suo onore fu creata una comunità monastica a Grozny e un anno dopo le fu consacrata una chiesa a San Pietroburgo. La Chiesa ortodossa russa la ricorda anche il 2 ottobre.
estratto da: http://www.santiebeati.it da Centro Cultura Popolare |