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Santo del giorno 6 luglio: San Romolo di Fiesole vescovo e martire PDF Stampa E-mail
Martedì 06 Luglio 2021 00:00

Santo del giorno 6 luglio: San Romolo di Fiesole vescovo e martireSecondo la tradizione il cristianesimo giunse a Fiesole nel I secolo con Romolo – discepolo di Pietro – primo vescovo della diocesi di cui ora è patrono. Fu martirizzato con alcuni compagni nel 90. La sua vita è raccontata da tre codici redatti tra l’XI e il XIV secolo. A lui è dedicata la cattedrale, eretta dal vescovo Jacopo il Bavaro nel 1028. Sempre secondo la tradizione un gruppo di cristiani fuggiti da Fiesole con Romolo – il quale avrebbe portato in Toscana la sacra immagine della Vergine dipinta dall’evangelista Luca – edificò il primo nucleo del futuro santuario dell’Impruneta, vicino Firenze. Le qualifiche di vescovo e di martire, non comparivano in documenti del 966, mentre nel 1028 egli era già considerato tale e così per i secoli successivi; il suo nome insieme a quelli dei compagni Carissimo, Marchiziano, Crescenzio e Dolcissimo, è riportato al 6 luglio dal “Martirologio di Usuardo” nell’edizione del 1468 fatta a Firenze; e alla stessa data fu introdotto nel secolo XVI nel ‘Martirologio Romano’ con l’affermazione che Romolo, discepolo di san Pietro apostolo, fu da lui inviato a predicare il Vangelo; dopo essere stato in diverse città d’Italia, fu martirizzato a Fiesole, insieme ad alcuni compagni, al tempo dell’imperatore Domiziano (51-96). San Romolo in Fiesole, venne sempre rappresentato, al di là di ogni certezza storica, con abiti episcopali, nei luoghi pubblici e di culto, illustrandone gli avvenimenti prodigiosi che la tradizione popolare ricordava. A volte la sua figura è affiancata da una lupa, che secondo la leggenda fiesolana, l’avrebbe allattato; la più antica immagine di Romolo è nello splendido polittico dipinto nel 1440 per l’altare maggiore della cattedrale a lui intitolata, dove il santo è raffigurato insieme ai santi Alessandro, Pietro e Donato con addosso uno splendido piviale rosso ed oro, mentre si volge verso la Vergine con il Bambino. Molti altri affreschi ricordano gli episodi salienti, sebbene leggendari, della sua vita e il martirio subito con i quattro compagni a Fiesole, come pure prodigi e miracoli da lui operati, fra i quali la liberazione dal demonio del giovinetto Celso e quello dell’acqua, che gli era stata negata da una donna malvagia, tramutata in sangue.

estratto da: http://www.santiebeati.it

da Centro Cultura Popolare