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Santo del giorno 17 settembre: Sant'Ildegarda di Bingen vergine dottore della Chiesa PDF Stampa E-mail
Venerdì 17 Settembre 2021 00:00

Santo del giorno 17 settembre: Sant'Ildegarda di Bingen vergine dottore della ChiesaIldegarda nacque a Kreuznach, castello di Böckenheim (Bermesheim), nell’Assia in Germania, nell’estate del 1098 da IIdeberto e Matilda di Vendersheim, ultima di dieci figli. Ildegarda, dotata di un’intelligenza straordinaria, genio poliedrico ed eclettico, fu monaca benedettina e badessa, scrittrice, mistica, teologa, profetessa, gemmologa, guaritrice, erborista, esorcista, ginecologa, naturalista, cosmologa, filosofa, poetessa drammaturga, musicista, linguista, consigliera di principi, papi, imperatori. Non godeva di buona salute eppure visse ottantuno anni, un’età ragguardevole per il suo tempo. A otto anni riferì di avere delle visioni di una luce accecante che la spaventavano. I genitori decisero di chiuderla nell’Abbazia di Disibodenberg e lì fu educata e istruita da Jutta di Spanheim alla quale in seguito succedette come badessa della comunità. Tra il 1147 e il 1150, sul monte di San Ruperto (Rupertsberg) vicino a Bingen, sul Reno, Ildegarda fondò il primo monastero e, nel 1165, il secondo, sulla sponda opposta del fiume. Si racconta che volesse le sue monache sfarzosamente vestite di verde ed ingioiellate per cantare le lodi del Signore nei giorni di festa. Ildegarda studiò sui testi di Dionigi l’Areopagita e di Sant’Agostino. Scrisse in lingua latina, senza averla mai studiata; si definiva “indocta”. Ormai adulta, cominciò a scrivere delle sue visioni “non del cuore o della mente, ma visioni dell’anima”. Il pensiero di Ildegarda è legato al concetto di viriditas: il termine latino indica il colore verde, le piante verdi germogliano ed esprimono vigore. Per Ildegarda significa equilibrio della salute fisica e spirituale, forza vitale capace di rigenerare gli esseri umani, è una “energia verdeggiante”. Contro la viriditas c’è la Bile Nera che rende l’uomo malinconico e depresso, che lo fa ammalare gravemente; per sconfiggerla occorre nutrirsi bene con cibi ben cucinati e un bicchiere di buon vino.  Suggerisce di fare uso di erbe come la salvia, che consola. La malinconia, che trae la sua origine dal peccato originale stesso, ci sovrasta quando la linfa della viriditas, che fa verdeggiare tutto l’universo, si inaridisce. “Noi - osserva Ildegarda - siamo un albero vivo, piantato in un cielo infuocato!”. “O nobilissima viriditas… / Tu rubes ut aurora / Et ardes ut solis flamma…”. Nel verde di una foglia la santa vede una esplosione di vita, di energia, di armonia. La viriditas fa verdeggiare tutto l’universo. Ildegarda afferma, con felicissima intuizione, che la Madonna è viridissima Virgo! Il pensiero ecologico di Ildegarda è ben più convincente e affascinante di quello degli ecologisti moderni! Ildegarda, richiamandosi all’antica filosofia greca, ritiene che ogni cosa materiale sia formata da quattro elementi: aria, acqua, terra, fuoco, uniti ed inseparabili, al di sopra di essi vi è l’anima, attraverso di essi l’uomo è in relazione con tutto il creato. La santa afferma che per curare un malato occorre affrontare tutta la sua situazione generale di vita prendendo in considerazione ogni aspetto dell’essere umano: la sua relazione con il cosmo intero e con la natura. Per mantenersi in buona salute occorre essere aperti, tolleranti, grati per i doni del creatore, sapersi commuovere provando compassione verso chi soffre. Ella si distacca dalla tradizione del suo tempo per il grande valore che dà al corpo: “corpo e anima si fortificano a vicenda”. “L’animo deve mantenersi tranquillo ed equilibrato per tenere lontana la malinconia”. Ildegarda paragona l’uomo a uno strumento musicale ben accordato, che può suonare e armonizzare le sinfonie del creato. Ella stessa fu eccellente compositrice di musica contemplativa. Fu la prima donna a comporre musica che ancora oggi viene riproposta e valutata in tutta la sua bellezza. Il suo pensiero teologico, esposto in tre trattati, è ben spiegato nelle miniature delle sue visioni  in cui compare l’interpretazione agostiniana: tutta la storia umana è in funzione della salvezza divina. Nelle miniature dello “Scivias”, la sua prima opera, compaiono forme circolari e sferiche che richiamano l’interpretazione neoplatonica della realtà; raffigura l’uomo al centro di un cerchio, anticipando di alcuni secoli l’uomo vitruviano di Leonardo. La storia della salvezza è compresa nelle tre realtà essenziali: creazione, caduta nel peccato, redenzione. La santa analizza l’infinita attività creatrice di Dio e afferma che fede e ragione combaciano in modo perfetto. La Trinità è vista in continuo movimento e considera lo Spirito Santo come Persona femminile. Quando Ildegarda ha circa quarant’anni, giunta alla metà della sua vita terrena, la voce di Dio le intima di scrivere: le sue opere sono di una varietà e quantità sorprendente e notevole è anche il suo epistolario, rendendo note le sue visioni, parla per bocca della “vivente luce” e denuncia gli errori della Chiesa e del clero. La prima opera sarà appunto Scivias (conosci le vie), lei stessa curerà le magnifiche miniature del libro che raffigurano le sue visioni nelle quali cerca di rappresentare l’ineffabile mistero divino; tuttavia esse sono rappresentazioni immobili che quindi non possono rendere la dinamicità di cui la santa ci parla. Le sue visioni sono immagini in movimento e le racconta in una lettera a Gilberto di Gembloux; ed ella cerca di rappresentarle così come le vede nell’anima, da sveglia, durante gravi sofferenze per attacchi violenti di emicrania. “La luminosità che vedo è per me ombra di vivo splendore, all’interno di essa vedo un nembo di luce vivente”. Le appare anche Sofia, la sapienza divina, che le trasmette l’amore e la sapienza del creato. Le visioni sono accompagnate da musica celestiale e compone musica e canti ancora oggi apprezzati. Tra i tanti carismi dei quali è dotata, si evidenzia quello della profezia: ella, però, si manterrà sempre profondamente umile, definendosi portavoce di Dio. Parla per mandato divino. Sorprendente è anche il suo modo di esplorare la realtà femminile. Ella afferma che la procreazione è la manifestazione della potenza creatrice di Dio; lega il ciclo mestruale alle fasi lunari, affronta il tema del piacere maschile e femminile, quello femminile è da lei definito delectatio e paragonato al sole che con la sua dolcezza e continuità imbeve la terra del suo calore, affinchè produca frutti; così avviene nella donna che nel calore può concepire e partorire. Nelle Dieci regole della vita, riferendosi al grande valore dell’istruzione, auspica: “Che l’apprendimento sia piacevole, perché la gioia è fonte di forza”. Ildegarda costruì anche una lingua artificiale, la “Lingua ignota”, un linguaggio segreto, utilizzata per finalità mistiche, dettata da una ispirazione divina. Ci rimane il Codice di Wiesbaden e il manoscritto di Berlino. Sono documentati i suoi contatti con Federico Barbarossa, Filippo d'Alsazia, san Bernardo, Eugenio III. Negli anni della maturità intraprende numerosi viaggi per visitare monasteri, che avevano chiesto il suo intervento e per predicare nelle piazze, come a Treviri, Metz e Colonia. Morì il 17 settembre 1179. La sua conferma di culto risale al 26 agosto 1326. Nell’Ottocento si riteneva che ella intendesse proporre una lingua universale che unisse tutti gli uomini e per questo Ildegarda è ritenuta anche patrona degli esperantisti. Venerata da sempre come santa, Papa Giovanni Paolo II  la definì “luce del suo popolo e del suo tempo” e “profetessa della Germania”. Seppur già presente nel Martirologio Romano con il titolo di Santa, Papa Benedetto XVI ha proclamato la sua canonizzazione equipollente il 10 maggio 2012, per poi dichiararla "Dottore della Chiesa" il 7 ottobre dello stesso anno, insieme a San Giovanni d'Avila. Benedetto XVI  estese il culto liturgico alla Chiesa universale. Nella lettera apostolica Egli ricorda che Ildegarda fu autorizzata a parlare in pubblico da papa Eugenio III, che la citò nel Sinodo di Treviri, e in seguito fu inviata in viaggi apostolici a predicare nelle piazze e nelle cattedrali. Ella fu oratrice brillantissima. Nella lettera di papa Benedetto si dice: “Il corpus dei suoi scritti per quantità, qualità e varietà di interessi non ha paragoni con alcun’altra autrice del Medioevo”. Papa Francesco nel 2021 ha annoverato Santa Ildegarda di Bingen nel Calendario Romano Generale, collocando la sua memoria facoltativa al 17 settembre, medesimo giorno di un altro Dottore, San Roberto Bellarmino. La Chiesa la ricorda il 17 settembre. E’ dottore della Chiesa, patrona degli erboristi, filologi ed esperantisti.

estratto da: http://www.santiebeati.it

da Centro Cultura Popolare