Giovanni, nato ad Antiochia di Siria probabilmente nel 349, dopo i primi anni trascorsi nel deserto fu ordinato sacerdote dal vescovo Fabiano e ne diventò collaboratore. Grande predicatore, per la sua sublime eloquenza meritò il titolo di Crisostomo, vale a dire “bocca d’oro” e nel 398 fu chiamato a succedere al patriarca Nettario sulla cattedra di Costantinopoli. L’attività di Giovanni fu apprezzata e discussa: evangelizzazione delle campagne, creazione di ospedali, processioni anti-ariane sotto la protezione della polizia imperiale, sermoni di fuoco con cui fustigava vizi e tiepidezze, severi richiami ai monaci indolenti e agli ecclesiastici troppo sensibili alla ricchezza. Deposto illegalmente da un gruppo di vescovi capeggiati da Teofilo di Alessandria ed esiliato, venne richiamato per decreto del papa sant’Innocenzo I e quasi subito riabilitato dall’imperatore Arcadio. Ma due mesi dopo Giovanni era di nuovo esiliato, prima in Armenia, poi sulle rive del Mar Nero. Qui il 14 settembre 407 Giovanni morì presso Gumenek nel Ponto, nell’odierna Turchia, la cui memoria si celebra il giorno precedente alla morte. Dal sepolcro di Comana il figlio di Arcadio, Teodosio il Giovane, fece trasferire i resti mortali del santo a Costantinopoli, dove giunsero la notte del 27 gennaio 438. Viene commemorato il 13 settembre.

estratto da: http://www.santiebeati.it

da Centro Cultura Popolare