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NoSanto del giorno 24 novembre: San Flaviano di Ricina vescovo e martire |
Giovedì 24 Novembre 2022 00:00 |
Flaviano dalla tradizione locale è indicato come vescovo di Ricina, colonia romana le cui rovine si vedono presso Villa Potenza a qualche km a nord-ovest di Macerata nelle Marche. Vissuto nel III secolo e martirizzato proprio a “Helvia Ricina” di cui era vescovo, forse un 24 novembre, giorno fissato per la sua celebrazione da un altro vescovo di Helvia Ricina del secolo IV, san Claudio, che fece anche erigere in suo onore la prima chiesa. La città di Ricina o Recina fu distrutta dai Goti nel secolo V-VI e i suoi abitanti costretti a emigrare verso levante, in direzione di Tolentino, a una quindicina di km di distanza sul territorio dell'attuale città di Recanati, dove si diffuse il culto di san Flaviano, portarono con loro le reliquie del santo erigendo un oratorio in suo onore su un luogo che nel passato era già stato utilizzato per il culto di qualche divinità pagana; in seguito venne edificato il monastero benedettino di Rambona, nel quale sarebbero ancora oggi conservate le reliquie di san Flaviano nella cripta e deposte in un antico sarcofago, risalente secondo gli archeologi, al IV secolo. Proclamato santo
patrono, insieme a san Vito, della città di Recanati (Macerata), il suo culto è antichissimo e molto diffuso nelle Marche, in particolare nelle province di Macerata e Ascoli Piceno e che sia o sia stato titolare di innumerevoli chiese, abbazie, cappelle, contrade, vie, pievi, monasteri, santuari, altari, ecc. situati anche nella vicina Umbria. Ciò è certo, mentre per le reliquie conservate a Recanati vi sarebbero molti dubbi; come per tutto il resto anche sul sarcofago vi sono state tante interpretazioni sulla provenienza, la più verosimile è che quando i ricinesi arrivarono a Rambona l'abbiano già trovato, forse nella grotta adiacente l'attuale cripta e dove secondo la tradizione si recava a pregare sant’Amico abate di Rambona. Il sarcofago con i resti di san Flaviano è stato ritenuto fino al 1929 contenente le sole reliquie di sant’Amico, ma varie ricognizioni scientifiche e archeologiche hanno stabilito che in una cassetta a parte vi sono altre reliquie, che si crede siano dell'antico titolare dell'abbazia di Rambona, a suo tempo inclusa nella diocesi di Camerino e fondata verso la fine del IX secolo da Ageltrude († 923), sposa di Guido III († 894) re d'Italia e imperatore d'Occidente. Il culto di san Flaviano vescovo fu per secoli fiorente e ricordato il 24 novembre, ma verso la fine del XV secolo il culto era divenuto piuttosto debole a Recanati; nel 1483 la città fu colpita da un'epidemia di peste e il consiglio cittadino istituì una processione nel giorno della sua festa e con la sua intercessione placare l'ira di Dio; in quell'occasione, il 24 novembre 1483, il dotto padre Bonfini ascolano, pronunziò un celebre panegirico di san Flaviano, contribuendo in modo determinante a rinvigorirne il culto.
estratto da: http://www.santiebeati.it da Centro Cultura Popolare |