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Santo del giorno 14 Febbraio: San Valentino di Terni vescovo e martire PDF Stampa E-mail
Martedì 14 Febbraio 2023 00:00

Santo del giorno 14 Febbraio: San Valentino di Terni vescovo e martireLa più antica notizia di san Valentino è in un documento ufficiale della Chiesa dei secoli V-VI dove compare il suo anniversario di morte. Altri testi del secolo VI, raccontano che san Valentino, cittadino e vescovo di Terni dal 197, divenuto famoso per la santità della sua vita, per la carità e umiltà, per lo zelante apostolato e per i miracoli che fece. La Passione del santo di Terni ci parla di tre nobili ateniesi, Proculo, Efebo e Apollonio giunti a Roma per studiare presso il retore Cratone, maestro di lingua greca e latina; questi aveva un figlio, di nome Cheremone, affetto da una deformità fisica che lo costringeva a stare rannicchiato su se stesso, e nessun medico era riuscito a guarirlo. Un tale Fonteio dichiara a Cratone che anche un suo fratello era stato a lungo affetto dalla medesima patologia ed era stato guarito da Valentino, vescovo di Terni. Cratone, manda allora a chiamare il vescovo, gli promette addirittura la metà di tutti i suoi beni se gli avesse guarito il figlio, ma Valentino, in un lunghissimo colloquio notturno gli spiega che non saranno certo le sue ricchezze a guarire il ragazzo, quanto piuttosto la fede nell’unico Dio che appunto lo stesso vescovo adora. Cratone, ormai convinto, promette che si farà battezzare non appena suo figlio avrà riacquistato la salute. Valentino allora si ritira in una stanza dove fa distendere il ragazzo sul proprio cilicio; si immerge poi nella preghiera per tutta la notte finché una luce abbagliante avvolge il luogo e Cheremone balza in piedi completamente risanato. Di fronte al miracolo, Cratone e tutta la famiglia si fanno battezzare dal vescovo, così pure fanno i tre studenti greci, Proculo, Efebo e Apollonio, ma abbraccia il cristianesimo anche Abbondio altro studente e figlio del Praefetto di Roma, Furioso Placido, documentato in questa carica negli anni 346-347: è questa la data storica da attribuire al martirio di Valentino. Quanto poi a Furioso Placido egli era uno dei rappresentanti di quella classe senatoria che, almeno nella sua maggioranza, pur dopo l’Editto costantiniano del 313 continuava a seguire gli antichi culti della città; proprio su mandato del Senato, Furioso arresta Valentino e lo fa decapitare al secondo miglio della via Flaminia, ma lo fa quasi di nascosto, durante la notte, per evitare la reazione della ormai numerosa componente cristiana della città. Dopo una prima sommaria sepoltura sul luogo del martirio, Proculo, Efebo ed Apollonio portano il corpo del martire a Terni e qui lo seppelliscono poco fuori della città. La data del martirio è fissata intorno alla metà del IV secolo e il suo corpo fu dai discepoli sepolto a Terni al LXIIII miglio della via Flaminia. Ma a Terni il consolare Lucenzio (altrove chiamato Leonzio), informato del fatto, fa catturare i tre e, ancora durante la notte, per paura che la popolazione li liberasse, li fa decapitare e si sottrae all’eventuale rabbia popolare fuggendo dalla città insieme ai funzionari del suo ufficio; la popolazione intanto, sollecitata proprio da Abbondio, seppellisce anche i nuovi martiri presso la tomba di Valentino. I tre sono i primi cristiani sepolti presso la tomba del vescovo a Terni, seguiti poi da molti altri fino al secolo IX, periodo in cui vengono datate le tombe più recenti scoperte nella necropoli; ma molti altri cristiani, come una ternana di nome Veneriosa (359), per diversi secoli, scelgono di essere sepolti presso la tomba primitiva sulla via Flaminia. Qui a pochi anni dal martirio, papa Giulio I (337-352) aveva fatto costruire una basilica, abbellita in seguito da papa Teodoro (642-649), e venerata per molti secoli. Anche a Terni era sorta una «memoria» sul luogo della tomba definitiva del martire, circondata dalle sepolture di numerosi altri cristiani. Abbiamo invece poche notizie storiche su questa seconda chiesa: la più conosciuta si riferisce al 742 quando proprio qui avvenne un incontro tra papa Zaccaria e il re longobardo Liutprando. Ma quale patrono della città venne a lungo venerato sant’Anastasio. Solo dopo il 1605, data in cui vennero ritrovate le reliquie del vescovo martire, si assiste a un vero rilancio del culto di san Valentino, nominato ben presto unico patrono della città e in suo onore venne edificata la nuova chiesa, affidata alla cura dei padri Carmelitani scalzi, che la officiano ancora oggi. Il patronato poi di san Valentino sui fidanzati si fonda su un antico scritto dell’inglese Geoffrey Chaucer, il quale racconta soltanto come nel giorno di san Valentino gli uccellini iniziassero le loro danze d’amore: ma nulla di più! Poi, pochi decenni fa, è intervenuta la commercializzazione consumistica della ricorrenza e la Chiesa, come già nei primi secoli aveva inglobato alcune festività paganeggianti, ha cercato di «santificare» anche queste manifestazioni moderne, promuovendo tra i fidanzati una maggiore consapevolezza verso il Sacramento del matrimonio.

estratto da: http://www.santiebeati.it

da Centro Cultura Popolare