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NoSanto del giorno 9 marzo: Santa Francesca Romana religiosa |
Giovedì 09 Marzo 2023 00:00 |
Francesca Bussa de’ Leoni nasce nel 1384 da Paolo Bussa de’ Leoni e da Iacobella de’ Roffredeschis di nobili famiglie romane e fu battezzata il giorno dopo la nascita con il nome di Francesca e cresimata nella chiesa di Sant’Agnese in Agone, non molto lontana da piazza Navona, dove abitava la sua famiglia, ma in casa e nella cerchia di amici la chiamano familiarmente Franceschella o Ceccolella. È una bambina saggia e precoce, devota al punto da costruirsi in casa un piccolo eremo, come luogo del suo personale incontro con Dio. Questa sua naturale inclinazione subisce un brusco contraccolpo a 12 anni, quando non può sfuggire alla consuetudine del tempo e viene promessa sposa a Lorenzo de’ Ponziani, di famiglia benestante, che commercia in bestiame e granaglie. Il matrimonio non voluto scatena in lei una violenta reazione nervosa, di chiara natura psicosomatica, per guarire la quale i genitori vorrebbero fare ricorso alle arti magiche, che Franceschella rifiuta decisamente. La terapia giusta arriva tramite una visione
celeste, che le ridona serenità a pace interiore per affrontare il matrimonio. In fondo è anche fortunata, perché nella nuova casa trova aiuto e sostegno nella cognata Vannozza, devota e sensibile, di grande carità, insieme alla quale poco per volta, trasforma la ricca casa nobiliare a Trastevere nel palazzo dei Ponziani, situato nel quartiere di Trastevere nella contrada di Sant’Andrea degli Scafi oggi in via dei Vascellari 61: dell’antico palazzo, più volte trasformato nei secoli, rimangono le ampie cantine e, al pianterreno, un ambiente quattrocentesco, con il soffitto a cassettoni. Questo diventa un punto di riferimento per i molti bisognosi della città. Con semplicità Francesca accetta i grandi doni della vita coniugale: l’amore dello sposo, i suoi titoli nobiliari, le sue ricchezze, i tre figli che nascono dalla loro unione. A sedici anni ebbe il primo dei tre figli, Giovanni Battista, seguito, nel 1403, da Giovanni Evangelista; l’ultima nata, l’unica femmina, fu Agnese. Ma erano anni drammatici per Roma. Gli ecclesiastici discutevano sulla superiorità o meno del Concilio Ecumenico sul Papa. Lo Scisma d’Occidente devastava l’unità della Chiesa, mentre lo Stato Pontificio era politicamente allo sbando ed economicamente in rovina. Roma per tre volte fu occupata e saccheggiata dal re di Napoli, Ladislao di Durazzo. A causa delle guerriglie urbane, la città era ridotta quasi in rovina. Papi e antipapi si combattevano fra loro: mancava quindi un’autorità centrale che riportasse ordine e prosperità. Per di più arriva la peste e le porta via due figli, la guerra scatenata per colpa dell’antipapa Giovanni XXIII le restituisce un marito gravemente ferito, mentre l’unico figlio rimastole viene preso in ostaggio: sventure familiari che non piegano il suo animo, sostenuto dalla presenza misteriosa ed efficace del suo angelo custode, che lei quasi “sente” camminare accanto a sé. Roma, saccheggiata e umiliata, trova in questa donna un modello di fede e una guida. Le sue ricchezze servono a curare i malati e i bisognosi e quando le ha esaurite la vedono “povera donna” di Trastevere camminare con il suo asinello per le strade della fame a mendicare per i bisognosi, per tutti ha un’esortazione, un consiglio, un aiuto, certamente un sorriso. Si conquista una cerchia di amiche con le quali nel 1425 fondò la congregazione delle Oblate Benedettine di Maria, dette anche Nobili Oblate di Tor de’ Specchi e, oggi, Oblate di Santa Francesca Romana, sotto la regola di san Benedetto e alle quali affida in particolare l’assistenza dei poveri; le riunisce in una casa di Tor de’ Specchi, fondando un monastero dove le raggiunge non appena il marito muore nel 1436. Tre anni dopo la morte del marito, emise ella stessa i voti nella congregazione da lei fondata. Quattro anni dopo, il 9 marzo, muore anche lei il 9 marzo 1440 a casa sua, a Trastevere, dove, con il suo affetto di mamma, è andata a trovare il figlio e la nuora. Roma la considera una santa, tutta la città accorre a venerarne la salma e la sua fama sfida il tempo: nel 1608 Francesca Romana viene ufficialmente iscritta nell’albo dei santi, canonizzata da papa Paolo V il 29 maggio 1608, diventando la prima santa donna italiana dal tempo di Caterina da Siena, ma anche la prima cittadina della Roma moderna a ottenere gli onori degli altari. Ancora oggi le giovani coppie per la celebrazione del matrimonio prediligono la chiesa di Santa Maria Nova ai Fori Imperiali, dove sono venerate le sue spoglie mortali, poste in una cripta sotto l’altare maggiore.
estratto da: http://www.santiebeati.it da Centro Cultura Popolare |