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L’Aquila: “giustizia giusta” e il direttore generale della Provincia Specchio arrestato per appalti truccati e peculato |
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Giovedì 10 Gennaio 2013 12:58 |
 Dalla associazione di cittadinanza attiva "giustiziagiusta" riceviamo la seguente comunicazione: "Apprendiamo dalla stampa nazionale la notizia che il direttore generale della Provincia dell'Aquila, Angelo Valter Specchio, è finito in manette insieme ad altre due persone nell'ambito dell'inchiesta della Procura della Repubblica dell'Aquila, sugli appalti per la messa in sicurezza degli istituti scolastici di Avezzano e Sulmona, compresi nell'appalto multimilionario del progetto 'Scuole sicure', utilizzando atti falsi per avvantaggiare alcune
società in cambio di benefici personali. Gli arresti erano stati eseguiti dagli agenti della squadra Mobile, dai carabinieri del Raggruppamento operativo speciale e dai finanzieri del Nucleo di polizia tributari. Gli indagati rispondono dei reati di corruzione, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, peculato, abuso d'ufficio e falso ideologico in atti pubblici. Alla base delle accuse, "l'illegittimità nelle procedure di affidamento degli appalti" nonche' "gestione di beni e denaro pubblico in modo personalistico e dispersivo, a fini di vantaggi personali". |
Comunità 
Dalla associazione di cittadinanza attiva "giustiziagiusta" riceviamo la seguente comunicazione: "Apprendiamo dalla stampa nazionale la notizia che il direttore generale della Provincia dell'Aquila, Angelo Valter Specchio, è finito in manette insieme ad altre due persone nell'ambito dell'inchiesta della Procura della Repubblica dell'Aquila, sugli appalti per la messa in sicurezza degli istituti scolastici di Avezzano e Sulmona, compresi nell'appalto multimilionario del progetto 'Scuole sicure', utilizzando atti falsi per avvantaggiare alcune
società in cambio di benefici personali. Gli arresti erano stati eseguiti dagli agenti della squadra Mobile, dai carabinieri del Raggruppamento operativo speciale e dai finanzieri del Nucleo di polizia tributari. Gli indagati rispondono dei reati di corruzione, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, peculato, abuso d'ufficio e falso ideologico in atti pubblici. Alla base delle accuse, "l'illegittimità nelle procedure di affidamento degli appalti" nonche' "gestione di beni e denaro pubblico in modo personalistico e dispersivo, a fini di vantaggi personali".