Dalla associazione di cittadinanza attiva "giustiziagiusta" riceviamo la seguente segnalazione: "Dalla stampa nazionale apprendiamo la raggelante notizia secondo cui, per la Cassazione, la "vittima" Marrazzo non ha responsabilità penali. Poverino. L'ex governatore PD del Lazio Piero Marrazzo fu "chiaramente la vittima predestinata" di una "imboscata organizzata ai suoi danni" e nei suoi confronti non è ravvisabile alcuna responsabilità penale né per quanto riguarda l'uso dell'auto blu, per raggiungere l'appartamento di via Gradoli per incontrare il trans Natalie, né per quanto riguarda l'eventuale utilizzo di cocaina. Lo sottolinea la Cassazione nelle motivazioni appena depositate. In particolare, la Suprema Corte rileva che "nei confronti di Marrazzo nulla autorizza ad ipotizzare condotte delittuose " e nemmeno la presenza della cocaina può condurre "a diverse conclusioni" perché, se pure la droga l'avesse portata l'ex governatore, "nessuna conseguenza di natura penale avrebbe potuto derivargliene, trattandosi di droga chiaramente destinata al consumo personale". Inoltre, è "ugualmente irrilevante, sotto il profilo penale, l'uso, da parte dello stesso Marrazzo, dell'auto di servizio per raggiungere l'abitazione di via Gradoli, dal momento che di questa auto l'ex presidente della Regione Lazio era autorizzato a servirsi". Noi, che siamo ingenuamente fuori da tale logica giuridica, vorremmo domandarci chi e perché avrebbe "autorizzato" Marrazzo a servizi con assoluta discrezionalità dell'auto blu pagata da tutti i contribuenti per i suoi vizietti privati e personali. Quale legge, regolamento, decreto, autorizzazione ha mai potuto consentire una estensione così discrezionale dell'uso di un bene pubblico per fini privati? E soprattutto chi ha votato quelle norme: non sarà stata per caso la Regione Lazio e magari lo stesso Marrazzo? Come mai non si indaga sulla liceità di quelle norme? "Ho scelto il silenzio per sei mesi in rispetto dei giudici, degli investigatori e dell'Arma dei carabinieri. Mi sono assunto le mie responsabilità verso i cittadini e gli elettori dimettendomi", afferma ora ilare e giocondo il televisivamente redivivo Marrazzo, come per dire che a dimettersi ha fatto un sacrificio spontaneo non richiesto. "In questi sei mesi non è cambiato nulla quindi - ha continuato Marrazzo - ero e sono una vittima e un testimone di quanto avvenuto. È importante che ciò sia stato affermato dalla Suprema Corte". Ma certo, come no. E' importante, anzi importantissimo. Per lui. "In questi sei mesi sono stato in silenzio e non ho contestato tutte le falsità che sono state dette nei miei confronti. La verità, comunque, l'ho sempre detta davanti ai giudici". "Oggi - ha concluso l'ex presidente PD della Regione Lazio che si drogava, andava a trans con l'auto blu e si faceva ricattare a suon di assegni da decine di migliaia di euro - ho pensato che in questo Paese un cittadino può attendere il lavoro della Magistratura con fiducia". Ma senti come ha "pensato"! Non dubitiamo che da certa magistratura gente come Marrazzo possa attendere fiduciosa simili conclusioni. E' invece in gente come noi che analoga fiducia comincia a vacillare. Se lui è stato zitto finora, continui. Che è meglio".