Verona: “giustiziagiusta” sulle dimissioni del vicesindaco leghista Vito Giacino indagato per corruzione |
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Sabato 16 Novembre 2013 14:04 |
Dalla associazione di cittadinanza attiva "giustiziagiusta" riceviamo la seguente comunicazione: “Apprendiamo dalla stampa nazionale che il vicesindaco leghista di Verona, Vito Giacino, si è dimesso perché indagato con la moglie per corruzione. Ha rimesso il mandato nelle mani del sindaco leghista Flavio Tosi. Nelle ultime settimane la Guardia di Finanza aveva perquisito gli uffici suoi e della moglie, Alessandra Lodi. La signora sarebbe “un
prestanome” di Antonino Papalia, pluripregiudicato e “legato alla ‘ndrangheta della cosca Vrenna di Crotone”, scrivono gli inquirenti. Nei confronti del vicesindaco, ormai ex, e della moglie, la procura di Verona ipotizza il concorso nel reato previsto dall’articolo 319 del codice penale: corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio. È la colpa di cui si macchia il pubblico ufficiale che «per aver omesso o ritardato un atto del suo ufficio, riceve, per sé o per un terzo, denaro od altra utilità». L’iscrizione nel registro degli indagati è un atto dovuto, visto che sono scattate le perquisizioni. Di mezzo ci sarebbe l’attico in borgo Trento a Verona, uno dei quartieri più esclusivi della città scaligera, che sarebbe stato acquistato e ristrutturato dalla Soveco spa, costato fra acquisto e ristrutturazione circa 1,7 milioni di euro nel 2011 e ora intestato alla moglie del vicesindaco. Ma Giacino nel 2011 dichiarava un reddito di circa 70 mila euro, mentre la moglie era iscritta all’ordine degli avvocati da appena tre anni. I lavori eseguiti dalla Soveco Spa, che ha più di un miliardo di euro nel portafogli ordini, sono un parcheggio interrato, il traforo delle Torricelle, un ponte, il progetto del filobus e molto altro ancora. Quasi tutti gli appalti sono stati assegnati dal comune di Verona di cui Giacino era vicesindaco”.
da giustiziagiusta |