Italia: "giustiziagiusta", il presidente del TAR Lombardia Piermaria Piacentini indagato per corruzione |
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Sabato 29 Maggio 2010 08:30 |
Dalla associazione di cittadinanza attiva "giustiziagiusta" riceviamo la seguente segnalazione: "Dalla stampa nazionale apprendiamo la notizia secondo cui nei giorni scorsi a Milano è finito nei guai giudiziari il presidente del TAR, Tribunale Amministrativo Regionale, della Lombardia, Piermaria Piacentini. Si allunga così sempre di più la lista degli appalti finiti nel mirino della procura di Firenze. Nelle nuove carte depositate dai pubblici ministeri toscani nelle mani del giudice per le indagini preliminari, spuntano anche due appalti nella regione Lombardia. A intervenire per far "vincere" gli indagati sarebbe stato il presidente del Tar della Lombardia: i suoi uffici sono stati anche perquisiti. Lo scandalo riguarda l'appalto in concessione per la costruzione e gestione dell'autostrada regionale "Broni Pavia Mortara", lunga 52 chilometri, per un importo stimato in un miliardo e
ottocento milioni dal quale era stata esclusa una ditta che presentò ricorso. Il ricorso finì nelle mani del presidente Piermaria Piacentini, lo stesso che diede ragione a Beppino Englaro contro il presidente della Regione Formigoni e che riammise le liste Formigoni dopo il pasticcio firme. Secondo l'accusa Piacentini avrebbe rimesso in gioco la ditta per l'appalto con l'ordinanza del 22 luglio, con cui ha nominato un consulente tecnico al quale ha posto sei quesiti. E il consulente tecnico d'ufficio incaricato era Angelo Balducci, uno degli esponenti della cosiddetta "cricca", fra cui il costruttore Anemone, inquisita per gli appalti del G8 della Maddalena, che il 20 gennaio 2010 depositò al Tar della Lombardia la consulenza richiesta, con la quale dava parere favorevole al Consorzio Stabile Sis ricorrente. Le ipotesi di reato nei confronti di Piacentini sono abuso d'ufficio e corruzione. Il nome di Piacentini compariva in alcune intercettazioni che riguardavano non solo l'appalto per l'autostrada regionale, ma anche l'affidamento di altri appalti pubblici. E' difficile seguire l'intreccio di fatti e responsbailità che ne emerge. Emerge anche un senso di rifiuto per una prassi fin troppo disinvolta che, coinvolgendo appaltatori, funzionari e politici, ora coinvolge anche magistrati. Ed emerge imperiosa anche una domanda: erano questi i magistrati che avrebbero dovuto tutelare la correttezza e la legittimità dei procedimenti amministrativi? Quale giudizio possiamo trarre da vicende che si accavallano e che portano tutte a un senso di scoraggiamento e di delusione? Possibile che non si possa avere una "giustiziagiusta"?". |