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Home Comunità giustiziagiusta Napoli: “giustiziagiusta” sui 60 consiglieri regionali indagati dalla Corte dei Conti per “spese pazze”
Napoli: “giustiziagiusta” sui 60 consiglieri regionali indagati dalla Corte dei Conti per “spese pazze” PDF Stampa E-mail
Sabato 08 Marzo 2014 15:46

giustiziagiusta sui 60 consiglieri regionali indagati dalla Corte dei Conti per spese pazzeDalla associazione di cittadinanza attiva "giustiziagiusta" riceviamo la seguente comunicazione: “Apprendiamo dalla stampa nazionale che la Corte dei Conti ha notificato 60 “avvisi a dedurre” ad altrettanti consiglieri regionali della Campania, in pratica l’intero Consiglio Regionale degli anni 2011 e 2012, sui presunti sprechi nell’utilizzo dei fondi pubblici. Tra i destinatari del provvedimento notificato dal Nucleo tributario della guardia di finanza ci sono anche il governatore PDL Stefano Caldoro, il sottosegretario PD del Governo Renzi alle Infrastrutture Umberto Del Basso De Caro, oggi deputato ma all’epoca consigliere e capogruppo del Partito Democratico, il coordinatore napoletano di Forza Italia Domenico De Siano. Chiamati a rendere informazioni alla magistratura contabile, i consiglieri campani si sono rifiutati in blocco di rendicontare l’utilizzo di questo fondo e dei relativi rimborsi pro capite. Ora gli inviti a dedurre concedono loro 30 giorni di tempo per farlo. Si tratta di un fondo che non è finito all’attenzione dell’inchiesta parallela del pubblico ministero sull’utilizzo dei finanziamenti per la comunicazione e per il funzionamento dei gruppi politici e che poche settimane fa è deflagrata nell’arresto dell’ex capogruppo del Nuovo PSI e braccio destro di Caldoro, Gennaro Salvatore. A breve il pubblico ministero dovrebbe perfezionare una cinquantina di richieste di rinvio a giudizio e sette richieste di archiviazione. Le indagini della Finanza per la Corte dei conti ipotizzano un danno erariale di circa 3 milioni e mezzo di euro. Circa 60mila euro a consigliere in due anni, giustificati da una generica “autocertificazione” con la quale i politici dichiaravano all’ufficio ragioneria di aver sostenuto tali spese e che le stesse erano conformi a quelle previste dal dettato normativo. Un’autocertificazione che non ha soddisfatto gli inquirenti. In pratica, quasi nessuno ha ritenuto di fornire giustificazioni e documentazione riguardo all’autocertificazione, sostenendo che la normativa in vigore non li obbliga alla rendicontazione. Con l’eccezione del consigliere Carlo Aveta (Destra), che ha presentato una mole di carte ritenuta soddisfacente: infatti non è tra i destinatari degli avvisi. Unico”.

da giustiziagiusta

 

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