Genova: “giustiziagiusta” sui consiglieri regionali di tutti i partiti sotto inchiesta per “spese pazze” con i soldi dei contribuenti |
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Lunedì 28 Aprile 2014 15:38 |
Dalla associazione di cittadinanza attiva "giustiziagiusta" riceviamo la seguente comunicazione: “Apprendiamo dalla stampa nazionale che il Procuratore della Corte dei Conti della Liguria, che indaga sulle cosiddette “spese pazze” dei consiglieri regionali liguri, ha trasmesso altri quindici nominativi alla magistratura ordinaria, dopo aver rilevato spese non ammissibili per 400mila euro a carico della
Regione. Vi sarebbero coinvolti i gruppi politici rappresentati da PD, PDL, UDC, Lega Nord, SEL, IDV, Lista Biasotti, Diritti e Libertà, Liguria viva. Secondo la sezione di controllo della Corte dei Conti, i consiglieri regionali hanno usato con troppa disinvoltura il denaro pubblico per pagare Champagne grand Cru e scontrini di happy hour, focaccia genovese, un Ipod nano e un Ipad, libri e rimborsi chilometrici. Persino un necrologio, francobolli e coppe sportive, ricariche telefoniche, rinfreschi, biglietti aerei e ferroviari, un viaggio a Cuba, un centinaio di bottiglie di vino, conti di alberghi, un viaggio a Cracovia, pranzi vari ai parchi Alpi Liguri e tre pernottamenti all’hotel Plaza di Roma (5 stelle Lusso) per l’ufficio di presidenza di Rosario Monteleone dell’UDC, nome già emerso nelle precedenti inchieste contabili e transitato anche sul terreno delle inchieste penali: è infatti indagato anche dalla Procura della Repubblica. E poi la spesa per un premio di laurea da 700 euro e alcune serigrafie per la fondazione “Casa America” (500 euro) viene invece contestata a Michele Boffa (PD), all’epoca vicepresidente, poi succeduto a Monteleone alla presidenza del consiglio. Al PDL vengono contestate alcune migliaia di euro di spese per la presentazione di libri dell’attuale ministro, Maurizio Lupi e dell’ex direttore del Tempo e candidato (senza successo) per Scelta Civica alle elezioni politiche, Mario Sechi. Tutto pagato con i soldi dei contribuenti. Se le accuse verranno provate gli interessati dovranno rifondere i soldi spesi in violazione delle regole. Di tasca propria, come hanno già fatto in Piemonte numerosi consiglieri regionali indagati, che hanno preferito restituire i soldi per evitare il processo”.
da giustiziagiusta |