Fermo: “giustiziagiusta” sul Direttore Cosif Claudio Novembre indagato per truffa e sospeso dall’incarico |
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Giovedì 07 Agosto 2014 17:26 |
Dalla associazione di cittadinanza attiva "giustiziagiusta" riceviamo la seguente comunicazione: “Apprendiamo dalla stampa nazionale che i carabinieri della Compagnia di Fermo hanno eseguito un mandato di misura cautelare nei confronti del direttore del Cosif, Claudio Novembre. Il giudice per le indagini preliminari ha disposto, infatti, la sospensione cautelare del dirigente dagli incarichi di pubblici uffici o di servizi, ritenendo ci possano essere i presupposti per la reiterazione dei reati per cui è indagato, nei confronti del direttore del
Consorzio di Sviluppo Industriale del Fermano, l’ingegnere bolognese 60enne Claudio Novembre. La decisione è arrivata dopo la richiesta di prosecuzione delle indagini che la Procura aveva voluto nell’ambito delle indagini sul progetto del sistema informativo territoriale gestito dal Consorzio con i fondi del Prusst. Lo scorso dicembre c’era stato un nuovo blitz dei carabinieri nella sede del Cosif di Fermo. Oltre alla perquisizione e al sequestro di documenti cartacei ed informatici, i militari della Compagnia di Fermo avevano notificato gli avvisi di garanzia al direttore generale del consorzio, Claudio Novembre, e all’ex presidente Massimo Bertuzzi. Con la perquisizione erano stati sequestrati computer, hard disk e materiale informatico in genere. Tutto era partito da un bando di costosissimo progetto informatico per l'acquisto delle apparecchiature informatiche per i Comuni aderenti, che sarebbe stato falsificato. Intanto, dopo la seduta di luglio in cui non si era raggiunto il numero legale, si è riunita l’assemblea dei soci del Consorzio, presenti il presidente PD della Provincia Fabrizio Cesetti e il sindaco PD di Fermo Nella Brambatti, soci di maggioranza del Cosif. Ora la parola alla magistratura. Il Direttore Claudio Novembre risulta indagato per i reati di truffa ai danni dello Stato, falso ideologico e materiale, falso in atto pubblico e turbativa d’asta. Per gli stessi motivi il Procuratore della Repubblica e il suo sostituto, che coordinano le indagini, avevano chiesto gli arresti domiciliari”.
da giustiziagiusta |