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Home Comunità giustiziagiusta Roma: “giustiziagiusta” sulla casa sequestrata all'ex segretario del sindacato UGL, Giovanni Centrella, indagato per appropriazione indebita
Roma: “giustiziagiusta” sulla casa sequestrata all'ex segretario del sindacato UGL, Giovanni Centrella, indagato per appropriazione indebita PDF Stampa E-mail
Martedì 23 Settembre 2014 16:19

Roma giustiziagiusta sulla casa sequestrata all ex segretario del sindacato UGL Giovanni Centrella indagato per appropriazione indebitaDalla associazione di cittadinanza attiva "giustiziagiusta" riceviamo la seguente comunicazione: “Apprendiamo dalla stampa nazionale che il giudice per le indagini preliminari di Roma ha disposto il sequestro preventivo dell’abitazione che l’ex segretario generale del sindacato UGL, Giovanni Centrella, aveva acquistato dopo aver distratto fondi per non meno di 250mila euro dalle casse del sindacato. Sono stati i militari del nucleo speciale di polizia valutaria della guardia di finanza ad effettuare il sequestro. Centrella è indagato per appropriazione indebita aggravata e continuata perché, secondo la ricostruzione delle fiamme gialle, "ha aperto un conto corrente 'fantasma' intestato al sindacato, ma in effetti gestito esclusivamente dallo stesso, all'insaputa dei responsabili amministrativi dell'Ugl". Ma l'indebita appropriazione dei fondi è soltanto una delle condotte contestate di una "gestione oltremodo disinvolta delle casse del sindacato". In particolare sono cinque gli episodi contestati a Centrella dai pubblici ministeri: oltre al prelievo di 65 mila euro come acconto per l'acquisto dell'immobile per il figlio, ci sono versamenti per 67 mila euro, nel periodo ottobre 2013-aprile 2014, prelevati da conti del sindacato e depositati su un conto dello stesso Centrella; l'uso di una carta di credito dell'Ugl per "spese di carattere del tutto privato per un ammontare di 30 mila euro", ma anche bonifici a proprio favore, tratti da conti del sindacato, ed emolumenti in misura superiore a quanto dovuto per 40 mila euro; infine "prelievi di denaro contante riversati, senza alcuna giustificazione, su conti a lui intestati per almeno 50 mila euro". Di tutto questo deve ora rispondere il sindacalista infedele, che per tutto questo si era dovuto dimettere.

da giustiziagiusta

 

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