Bologna: “giustiziagiusta” sui 42 consiglieri regionali accusati di peculato per le “spese pazze” |
|
|
|
Lunedì 10 Novembre 2014 16:40 |
Dalla associazione di cittadinanza attiva "giustiziagiusta" riceviamo la seguente comunicazione: “Apprendiamo dalla stampa nazionale che sono giunte a conclusioni le indagini della Procura di Bologna sulle cosiddette “spese pazze” che vedono coinvolti ben 42 consiglieri regionali di tutti i gruppi politici, accusati di peculato. L'inchiesta riguarda il periodo giugno 2010-dicembre 2011 e riguarda i consiglieri regionali del PD: Marco Monari, Marco Barbieri, Marco Carini, Thomas Casadei, Gabriele Ferrari, Vladimiro Fiammenghi, Roberto Garbi, Paola Marani, Mario Mazzotti, Roberto Montanari, Rita Moriconi, Antonio Mumolo, Giuseppe Pagani, Anna Pariani, Roberto Piva, Luciano Vecchi, Damiano Zoffoli, Matteo Richetti. Ma anche del PDL: Luigi Villani, Enrico Aimi, Luca
Bartolini, Gian Guido Bazzoni, Galeazzo Bignami, Fabio Filippi, Andrea Leoni, Marco Lombardi, Andrea Pollastri, Mauro Malaguti, Alberto Vecchi. E poi quelli del gruppo misto: Matteo Riva (ex IDV), della Lega Nord: Manes Bernardini, Stefano Cavalli, Stefano Corradi e Mauro Manfredini, nel frattempo deceduto, di SEL: Gian Guido Naldi e Gabriella Meo. Della Federazione della Sinistra: Roberto Sconciaforni. Dell'IDV: Liana Barbati e Sandro Mandini. Del M5S: Andrea De Franceschi e Giovanni Favia, entrambi espulsi nel frattempo dal movimento. L’accusa è per tutti di peculato. I primi ad essere notificati dalla Guardia di finanza sono gli avvisi relativi ai capigruppo, che rispondono di peculato sia per le spese in proprio che per omesso controllo dei rimborsi dei consiglieri del loro gruppo per una cifra complessiva che ammonta a oltre due milioni e 80mila euro circa, soprattutto pere rimborsi chilometrici e pasti, ma anche regali, feste di compleanni, cene di beneficenza. E persino un “sex toy” messo a rimborso tra le spese di una consigliera regionale. Tra i rimborsi ritenuti illegittimi anche scontrini da meno di un euro per i wc pubblici o viaggi per convegni a Lampedusa. Non mancano poi le cosiddette interviste a pagamento, comparsate televisive pagate coi soldi pubblici”.
da giustiziagiusta |