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Home Comunità giustiziagiusta Bologna: “giustiziagiusta” sulla consigliera regionale PD Rita Moriconi indagata per peculato di un sex toys
Bologna: “giustiziagiusta” sulla consigliera regionale PD Rita Moriconi indagata per peculato di un sex toys PDF Stampa E-mail
Mercoledì 12 Novembre 2014 16:23

Bologna giustiziagiusta sulla consigliera regionale PD Rita Moriconi indagata per peculato di un sex toysDalla associazione di cittadinanza attiva "giustiziagiusta" riceviamo la seguente comunicazione: “Apprendiamo dalla stampa nazionale che la guardia di finanza di Bologna ha contestato alla consigliera regionale PD ex PSI Rita Moriconi l’acquisto di un vibratore comprato in un sexy shop e messo in conto nei rimborsi della Regione con uno scontrino da 80 euro. Per questo ed altri motivi la consigliera democratica è indagata insieme a 40 colleghi e ad un’impiegata per i rimborsi regionali, la cosiddetta inchiesta delle “spese pazze” appena chiusa dalla Procura bolognese con l’invio degli avvisi di fine indagine. Nella mattinata di oggi, un uomo dello staff della Moriconi, Rosario Genovese, ex socialista reggiano, destinatario tra l’altro di un gran numero di consulenze affidate dal Partito Democratico oggetto di indagine, si è presentato in Procura per rilasciare dichiarazioni spontanee, asserendo di essere stato lui, il 29 novembre 2010, ad acquistare in un sexy shop di Reggio Emilia il vibratore contestato, giustificato nell’insieme di scontrini “pranzi o cene di lavoro e hotel con amministratori locali su politiche regionali”. Genovese non è stato ricevuto dai pubblici ministeri, impegnati in altre attività. Genovese ha spiegato che “è una spesa mia personale, quindi non riferibile a una spesa che io possa avere fatto mentre ero in missione o per attività legate alla mia attività di collaboratore del gruppo consigliare Pd e della stessa consigliera Moriconi”. Genovese si dice “certo di aver commesso un errore materiale, in quanto mai e poi mai avrei chiesto un rimborso per una spesa personale e soprattutto riferibile a materiale di quel tipo; certo non poteva saperlo la consigliera Moriconi. Quando si commette un errore è corretto ammetterlo e spiegare cosa è successo”. Rimane però il fatto che quella “spesa” è stata rimborsata alla consigliera Moriconi con soldi pubblici e saranno i giudici a valutarne la effettiva necessità istituzionale o meno”.

 

da giustiziagiusta

 

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