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Home Comunità giustiziagiusta Roma: “giustiziagiusta” sull’immenso pentolone scoperchiato da Mafia Capitale
Roma: “giustiziagiusta” sull’immenso pentolone scoperchiato da Mafia Capitale PDF Stampa E-mail
Martedì 09 Dicembre 2014 16:21

Roma giustiziagiusta sull immenso pentolone scoperchiato da Mafia CapitaleDalla associazione di cittadinanza attiva "giustiziagiusta" riceviamo la seguente comunicazione: "Apprendiamo dalla stampa nazionale la notizia che nuovi e clamorosi risvolti si aggiungono al già sconvolgente quadro di malaffare scoperto dall’inchiesta romana su “mafia capitale”. Anche la Sanità rientrava nelle mire di Mafia Capitale che aveva puntato gli occhi su un appalto della Regione Lazio del valore di un miliardo di euro. La “cupola” finita sotto inchiesta e al centro delle cronache di questi giorni sapeva come arrivare a questo appalto: attraverso la mediazione di Goffredo Bettini, eurodeputato del Partito Democratico. Lo scopo era agevolare le società La Cascina e Manutencoop nell’assegnazione della commessa miliardaria, per formare un Ati in grado di gestire il servizio. Due aziende strettamente legate con Comunione e Liberazione (CL), attraverso cui procurarsi una presunta «collaborazione tra i soggetti politici». Lo rivelerebbero nuove intercettazioni nel frattempo uscite sul Corriere della Sera di oggi, relative al superaffare a cui lavorava alacremente Luca Odevaine, altro arrestato, membro del Tavolo nazionale sui rifugiati al Viminale, per conto dell’organizzazione ed ex vicecapo gabinetto dell’ex sindaco PD Walter Veltroni, stipendiato dall’arrestato Salvatore Buzzi con 5 mila euro al mese, che intendeva avvicinare Maurizio Venafro, capo di gabinetto del governatore della Regione Lazio, il PD Nicola Zingaretti, attraverso Goffredo Bettini, eurodeputato democratico e personaggio di spicco del PD romano. Bonifici per 226 mila euro, mascherati sotto mentite causali, come “canone locazione” o “saldo fattura”. Soldi versati sui conti correnti dell’ex moglie e del figlio di Luca Odevaine dalle coop di Salvatore Buzzi, che gestiva anche i campi rom. Nel gennaio del 2012 l’organizzazione venuta a galla con l’inchiesta Mafia Capitale decide di affidare la sicurezza del campo nomadi di Castel Romano a Luciano Casamonica che si ritrova l’incarico (informale) di prevenire furti e danneggiamenti e per il lavoro svolto nel campo nomadi, Luciano Casamonica avrebbe “ricevuto un corrispettivo di circa 20mila euro al mese”. In un’intercettazione spunta il nome dell’ex generale della Guardia di Finanza Emilio Spaziante, già noto alle cronache per aver patteggiato 4 anni e la confisca di 500 mila euro nello scandalo Mose, sebbene nella vicenda Mafia Capitale non risulta indagato. Sono attesi ulteriori sviluppi”.

 

da giustiziagiusta

 

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