Ischia (NA): “giustiziagiusta” sull’inchiesta per lo scandalo mazzette che secondo D’Alema “delegittima” la magistratura |
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Mercoledì 01 Aprile 2015 16:44 |
Dalla associazione di cittadinanza attiva "giustiziagiusta" riceviamo la seguente comunicazione: "Apprendiamo dalla stampa nazionale la notizia che l’inchiesta sulle tangenti che ha portato all’arresto del sindaco PD Ferrandino agita le giornate dell’onorevole PD Massimo D’Alema per le indiscrezioni pubblicate dalla stampa sui suoi legami con la cooperativa
rossa CPL Concordia, i cui dirigenti sono stati ugualmente arrestati. Pare che la CPL Concordia abbia effettuato bonifici a favore delle sue imprese per ben 87.000 euro. E così il nome dell’onorevole PD Massimo D’Alema compare nell’ordinanza d’arresto degli indagati per le tangenti a Ischia, lui che non è indagato. E’ finito perciò sui giornali, pur non essendo coinvolto in un’indagine, come per altro successo ad altri politici prima di lui. L'ex premier si ribella all'inserimento del suo nome nell'ordine d'arresto per le presunte tangenti a Ischia. "Con quale ragione lo hanno fatto?", dice in un'intervista al "Corriere della Sera". Parla di "un'ipotesi di reato, tutta da dimostrare, in cui io non c'entro". E ancora "Credo che l'organo di autogoverno della magistratura, il Csm, ma anche l'Associazione magistrati, dovrebbero esercitare una maggiore vigilanza affinché certe misure non siano superate e la magistratura non si delegittimi da sola. Non ritengo legittimo un uso delle intercettazioni come quello che è stato fatto nei miei confronti". Prese di posizione, specie la richiesta di intervento al Consiglio Superiore della Magistratura e all’Associazione Nazionale Magistrati, che hanno provocato la reazione di entrambi. “Fermare l’attenzione sui fatti gravi di corruzione che stanno emergendo, non sulle polemiche” è stato l’invito alla stampa da parte dell’ANM, con chiaro riferimento alle critiche di D’Alema sull’uso delle intercettazioni. La riservatezza “va tutelata” – si legge nella nota dell’organismo dei magistrati – ma “non si mettano in discussione le intercettazioni come strumento di indagine”. Interviene sulla questione anche il vicepresidente del CSM Giovanni Legnini che, pur riconoscendo che “D’Alema pone un problema serio, quello della tutela della riservatezza e dell’onorabilità delle persone non indagate”, ricorda che “non si può in alcun modo limitare il potere in capo ai magistrati e in alcun modo fare leggi bavaglio che impediscano alla stampa di pubblicare qualcosa, qualora questa sia pubblicabile”.
da montenovonostro |